Pensionato truffato da finto tecnico «Mi ha rubato i risparmi di un vita»
Una messa in scena magistrale, e l’ausilio di qualcosa in grado di far perdere lucidità. Sono le armi usate dal truffatore, un 30enne italiano, ben vestito e con un cartellino appuntato al petto che è entrato in azione la scorsa settimana in viale Italia, a Pontirolo Nuovo. Vittima Domenico Bonomi, 82 anni, fruttivendolo in pensione. Il malvivente in transito a bordo su una «Volkswagen station wagon» grigio metallizzato ha adocchiato il fruttivendolo nel suo giardino, con il cancello aperto. Subito si è infilato in retro, poi è sceso e ha spiegato che era un tecnico del gas. «Mi ha detto: “Guardi che qui c’è una perdita di metano” – ha taccontato Bonomi – Io sono salito in casa con lui. Una volta in cucina ha aperto il rubinetto dell’acqua e poi ha schiacciato l’interruttore di un congegno che teneva in mano. Subito si sono accese tre luci rosse e ho sentito un odore fortissimo…. “Vede che c’è una perdita?”, ha continuato lui, e così siamo usciti tutti di casa. A quel punto ha insinuato che il denaro e l’oro avrebbero potuto deteriorarsi… Io già avevo la mente annebbiata».
Furto e fuga. L’uomo, ormai in balia del malvivente, lo ha condotto in una vecchia stalletta adiacente la casa, dove teneva il suo tesoro: i risparmi sudati in tanti anni di lavoro. «Non mi fido molto delle banche e gli interessi sono bassi, così il grosso del denaro lo tenevo a casa – ha continuato avvilito – Ho pensato che l’avrei investito in un appartamento, nel frattempo i soldi erano al sicuro in un bidone coperto da un sacco e da un’asse. C’erano anche i gioielli di famiglia, orologi. Il finto tecnico ha insistito che c’era il rischio che saltasse tutto in aria, quindi ho preso il bidone e l’ho portato nell’ex magazzino sotto casa. Lui mi ha spinto a salire di sopra per controllare se ci fosse ancora odore di gas, ma quando sono sceso era fuggito».
La disperazione. Bonomi ha allertato i carabinieri, e sul posto sono tempestivamente giunte due pattuglie della stazione di Fara, ma ormai del 30enne non c’era più traccia. «Sono giorni che piango e non mi do pace, spero di non ammalarmi – ha ammesso ancora sconvolto l’82enne – Ho lavorato 40 anni senza andare mai in ferie, ho risparmiato tanto e per cosa, per farmi fregare da quel delinquente? L’unica cosa che mi consola è che se ci avessero fatto del male sarebbe stato peggio. I militari hanno detto che il truffatore potrebbe avermi iniettato qualcosa alle spalle, quando eravamo in cucina… Da quel momento, infatti, sono rimasto intontito, quello che mi diceva io lo facevo… Se mi fossi reso conto prima che stava scappando con il malloppo avrei chiuso il cancello e sarebbe rimasto bloccato all’interno: ho una forca in giardino, non sarebbe uscito vivo».