Fiocco rosa a Nembro. È nata Sofia, una scintilla di speranza nel dolore
di Elena Conti
Nel paese della Valle Seriana più colpito dal Coronavirus, dove sono morte settanta persone in soli dodici giorni, finalmente una buona notizia. Anzi bellissima, che spalanca il cuore e fa sperare nel futuro. A Nembro c’è un fiocco rosa: è la piccola Sofia Benedetti, nata giovedì 12 marzo alle 15.21 all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo.
Una grande emozione, ma anche tanta preoccupazione. «Ero in ansia all’idea di andare in ospedale - racconta la neomamma Stephanie Ravasio, 27 anni -, soprattutto di dover passare dal pronto soccorso. Invece era super organizzati, siamo entrati da una corsia preferenziale lontani dai malati. Quasi non ci si accorge che c’è in atto un’epidemia: non si entra in contatto con nulla, mamme e bambini sono tutelati. Questo mi ha molto rassicurata, devo ammettere che non mi aspettavo una simile organizzazione».
«Il parto è andato bene - spiega con emozione -, ho fatto a casa il grosso del travaglio e sono arrivata in ospedale che ero già a buon punto. Siamo arrivati alle 6 del mattino e Sofia è nata alle 15.21. È la nostra primogenita, pesa 4 kg e 150 gr ed è lunga 54 cm. È nata con una settimana e un giorno di ritardo, se l’è presa comoda nel mio pancione. È la 749esima bambina nata al Papa Giovanni nel 2020».
Certo che nascere nel bel mezzo di un’epidemia è una bella impresa. «Papà Stefano (26 anni, ndr) può entrare in ospedale solo con la mascherina e la tiene per tutto il tempo, disinfettandosi le mani all’entrata e all’uscita. Anch’io devo disinfettarle frequentemente. Tutti gli operatori indossano la mascherina: medici, ginecologi, ostetriche... Io e Sofia siamo davvero al sicuro».
La famiglia però non farà immediato ritorno a Nembro. «Verremo dimesse domenica mattina e molto probabilmente andremo a Bagnatica, a casa dei suoceri. Già prima che scoppiasse l’epidemia, circa tre settimane fa, ci eravamo spostati lì, così i suoceri in pensione non mi avrebbero lasciata mai sola in caso di necessità. Poi è successo tutto quanto. La mia famiglia invece vive a Nembro e per il momento non può vedere la bambina dal vivo. Per il momento stiamo inviando alcune fotografie, poi quando le acque si calmeranno la presenteremo ai nonni materni e torneremo nella nostra casa».