Gasperini tra Napoli e il futuro «Rinnovo? Onorato, ne parleremo»
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Parola d’ordine: provarci. Il tecnico dell’Atalanta Gian Piero Gasperini ha parlato alla vigilia della partenza per Napoli. La conferenza stampa è iniziata, insolitamente, con 15 minuti di anticipo e sono tanti i temi toccati. Oltre alla conferma che Pesic, Melegoni e Raimondi non ci saranno (CR77 sta per diventare papà per la quarta volta), il tecnico di Grugliasco ha svelato che Conti non è al meglio (se non recupera al suo posto giocherà Hateboer) e ha confermato che il Napoli, a suo modo di vedere, è superiore.
Mister Gasperini, che partita si aspetta?
«Mi aspetto una partita complicata e difficile, affrontiamo una delle tre squadre più forti del campionato e con qualcosa di diverso rispetto alle altre. È un turno complicato, lo sappiamo, ma sappiamo anche come ottenere un risultato positivo in certe sfide possa dare grande impulso dal punto di vista della fiducia».
Ma il Napoli è quello di Bologna o quello del pareggio interno con il Palermo?
«Sono una grande squadra che però non ha la stessa continuità della Juventus. Parliamo comunque di valori molto vicini, hanno delle pause ma i risultati sono lì da vedere: 7 punti o 9 punti dalla vetta sono pochi, magari sono quelli che impediscono di vincere ma non sono una distanza esagerata».
Beh, anche i 6 punti tra voi e gli Azzurri allora sono pochi...
«Credo che i sei punti che ci sono tra noi e il Napoli siano un’anomalia. I valori sono molto diversi. Però la classifica dice questo e noi andremo in campo cercando un confronto con una squadra superiore ma contro cui vogliamo batterci: è un’altra bella opportunità».
Loro hanno punti deboli?
«Ne hanno, come tutte le squadre. Speriamo di approfittare al massimo di un momento in cui hanno il Real Madrid e la doppia sfida di Coppa Italia alle porte; in campionato sono un po’ più indietro perché non dipende solo da quello che riusciranno a fare ma anche dal camino della Juve. Credo che troveremo un Napoli determinato e voglioso di fare una grande gara, se riusciremo a stare dentro la gara potremo avere qualche possibilità di fare risultato».
La gara di andata cosa ha significato per lei?
«Giocammo contro il Napoli dopo una vittoria contro il Crotone, ma di quel successo a Pescara forse si erano accorti in pochi. Sicuramente battere il Napoli è stato determinante, abbiamo acquistato credibilità e anche la mia conduzione tecnica ne ha tratto beneficio. Basta andare a rileggere i giornali di quei giorni per ricordare in che condizioni eravamo nonostante i sei punti in sette partite. Con quel successo abbiamo iniziato un percorso che è stato legittimato da altre vittorie».
Fare risultato al San Paolo significa fare un salto di qualità?
«Ci sono ancora 13 partite, è importante ma non è decisiva. E non sarà nemmeno la partita del salto di qualità. Non possiamo pensare di essere alla pari del Napoli, speriamo di fare risultato ma le differenze restano. Nel calcio può succedere un po’ di tutto, anche che, come all’andata, vinca la squadra meno forte».
Gagliardini e Caldara li buttò nella mischia lei all’andata: nacquero lì i 50 milioni incassati in inverno.
«Per la verità, Gagliardini è balzato agli occhi di tutti e ha visto il suo valore aumentare grazie alla chiamata in Nazionale. Caldara ha esordito, è stato importante per lui come per molti altri vincere quella sfida, anche e soprattutto perché avevo la sensazione di aver trovato la strada giusta ma mi mancavano i risultati a conferma di questo: la formazione che schierai era molto particolare, abbiamo vinto facendo una buona partita ma si poteva anche perdere. Non è successo ed è andato tutto a meraviglia».
Ha sei diffidati tra i titolari: farà qualche scelta sulla base di questo?
«Ci abbiamo pensato, ma alla fine credo sia fondamentale giocare ogni gara al massimo. Abbiamo ragazzi come Gomez e Kessie che sono diffidati da tempo, in questo periodo è normale incrociare certe situazioni disciplinari e sarebbe positivo pagarli tutti assieme: non è possibile e quindi non ci pensiamo troppo prima, andiamo in campo e giochiamocela».
Come stanno i ragazzi andati in Nazionale?
«Sono tornati che stanno tutti abbastanza bene, l’unico in dubbio è Conti che è affaticato e quindi lo valuteremo. Certamente se non dovesse farcela non penso a Konko e Dramè, che sono appena rientrati e non sono ancora a posto al cento per cento. L’olandese Hateboer è l’alternativa più probabile. Sarebbe l’esordio, ma è la più probabile».
Come si fermano i piccoletti del Napoli che giocano in attacco?
«Credo che serva una grande prova difensiva da parte di tutta la squadra, stare raccolti e creare delle gabbie. A prescindere da questo, credo che serva giocare bene, con buon possesso palla e soluzioni offensive positive. Certamente se ti bucano come il burro diventa tutto difficile ma non basta difendersi: non l’abbiamo mai fatto ma in campo dipende anche molto da quanto ci lasciano giocare».
Giocherete in uno stadio tosto.
«Dal punto di vista della personalità sarà un bel test giocare al San Paolo. In certi campi e in certi stadi è importante stare concentrati sul campo, sull’avversario e su quello che siamo capaci di fare noi. Tra l’altro non ci saranno nemmeno i nostri tifosi ma sappiamo di essere seguiti e anche se non c’è la presenza fisica sentiamo il supporto dell’ambiente».
Che cosa pensa dell’esonero a Ranieri?
«È la legge del calcio. Purtroppo o per fortuna, giudicate voi, contano i risultati e non ci si può cullare sul passato. Ogni anno si ricomincia, quando gira male si può cercare di ribaltare tutto e nello stesso tempo può capitare di vivere un momento molto negativo. Il nostro mestiere, da questo punto di vista, è molto particolare, anche se penso che sia sempre uno dei più belli del mondo».
Ultima battuta: si parla per lei di un rinnovo imminente.
«È stato un segnale molto bello e importante da parte del presidente e della famiglia Percassi, è molto gratificante. Non è adesso il momento di affrontare questo discorso perché ci sono tante partite, io tra l’altro ho già un contratto. Quindi ci siederemo al tavolo e parleremo di questo più avanti. È una prospettiva lunga e importante al di là dei contratti, c’è in ballo il futuro».