Ospedale di Bergamo

Per una gastroscopia due mesi di attesa (nel Lazio sono cinque)

Per una gastroscopia due mesi di attesa (nel Lazio sono cinque)
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Il problema è che di rado la legge viene osservata. I regolamenti nazionali e regionali dispongono dei tempi di attesa ben precisi. Ma chi li rispetta? Le statistiche che si trovano anche in Internet da parte del servizio sanitario nazionale non sono brillanti. Diamo un’occhiata ai dati lombardi, cominciamo con due esempi. Per quanto riguarda un intervento serio come quello sull’utero per l’asportazione di un tumore, su novecentodue interventi considerati, nel trentaquattro per cento dei casi le donne hanno dovuto aspettare più dei tempi massimi previsti dalla legge. Per quanto concerne l’intervento alla prostata, i maschi in coda sono andati oltre i tempi massimi nel ventotto per cento dei casi.

Ecocardiogramma. Abbiamo provato a verificare quanto accade anche a Bergamo, cercando i tempi di attesa sulle prenotazioni online. Cominciamo con l’ecocardiogramma. Il sistema che si trova in Internet fornisce tempi diversi. Per esempio, alla clinica Castelli di Bergamo le attese vengono date da un minimo di oltre cinquanta giorni a oltre cinquantacinque giorni. Al S. Isidoro di Trescore, per la prima disponibilità possibile, si va oltre i due mesi di attesa. Alla Avalon di Romano di Lombardia i tempi di attesa in questo periodo sono oltre i cinquantasette giorni. Alla Gavazzeni siamo oltre i due mesi e al centro medico di Gorle (centro di radiologia e fisioterapia di via Roma) la prima disponibilità viene segnalata a cinquantasette giorni.

 

 

Ecografia all'addome. La situazione migliora notevolmente se cerchiamo l’ecografia all’addome inferiore: al Papa Giovanni si oscilla fra i cinque e i dieci giorni, al Policlinico San Pietro la prima disponibilità è data a sette giorni, al San Marco di Zingonia la prima disponibilità è a quattro giorni, la seconda a venti giorni e la terza disponibilità a ventidue giorni. Ma a San Giovanni Bianco siamo oltre i due mesi e lo stesso accade alla clinica Castelli, alle Gavazzeni e al poliambulatorio ospedaliero di Calcinate.

Visita neurologica. Nel caso di visita neurologica, al Papa Giovanni l’attesa è compresa fra i nove (prima disponibilità) e i quarantaquattro giorni (quinta disponibilità). Alla clinica San Francesco siamo fra i ventidue giorni e oltre due mesi, al poliambulatorio di Zogno per la prima disponibilità si va oltre i due mesi; anche al policlinico San Marco di Zingonia e al centro Alzheimer di Gazzaniga si va oltre i due mesi, così anche al poliambulatorio di Villa d’Alme (Asst Papa Giovanni).

 

 

Il confronto con le altre regioni. Guardiamo altri dati, lombardi, e confrontiamoli con altre regioni. Mediamente in Lombardia per una colonscopia bisogna attendere 95,4 giorni, con il sistema pubblico. Se si va in privato la musica cambia. Oltre tutto, e questo sconvolge i pazienti, spesso la differenza fra ticket e costo della visita privata si risolve in cifre abbordabili, tipo venti o trenta euro. Per quanto riguarda la colonscopia, la regione messa peggio è il Lazio con 175,7 giorni di attesa. Per la gastroscopia: Lombardia 56,7 giorni di attesa (all’ultimo posto sempre il Lazio, con 158,4 giorni di attesa). Per una visita oculistica, in Lombardia il tempo medio è di 96,8 giorni, all’ultimo posto la Campania con 101,1 giorni. Volete fare un’ecografia alla tiroide? Dalle nostre parti aspettate in media 110 giorni (siamo messi malissimo, ma il Lazio è sempre peggio: 123,7 giorni).

Visita intramoenia. Secondo le statistiche, se invece si accede alla visita privata intramoenia, cioè dentro, nella clinica o nell’ospedale, i tempi di attesa si riducono drasticamente: così l’attesa per una colonscopia scende da 95,7 a soli sei giorni! e per un’ecocardiografia si passa dai 70 giorni a soli cinque giorni di attesa! Il fatto è che la legge dispone che, se i tempi di attesa vanno oltre quanto indicato dalla legge, allora il paziente deve passare automaticamente alla prenotazione privata intramoenia senza pagare un euro in più rispetto al ticket. Ma questo lo sanno in pochi e spesso all’atto della prenotazione gli impiegati non informano il paziente.

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