Tutto è cominciato dai gioielli

«Gina Lollobrigida è lucida» La causa col figlio (e le altre)

«Gina Lollobrigida è lucida» La causa col figlio (e le altre)
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«Come la giri e la rigiri, è sempre una questione di soldi. Mio figlio non è cattivo, l’ho sempre aiutato, ma non ha un carattere forte come il mio: è influenzato dalle persone a lui vicine». Taglia corto Gina Lollobrigida, 86 anni splendidamente portati, che il 9 luglio ha vinto la causa avanzata contro di lei dal figlio Andrea Milko Skofic. Il 57enne, figlio della Bersagliera e del medico sloveno Milko Skofic, a marzo 2014 aveva presentato istanza al giudice per farle nominare un amministratore finanziario di sostegno. Ma il giudice tutelare di Roma ha emesso decreto di archiviazione, perché non sussiste alcuna necessità di supportare l’attrice che, dal punto di vista mentale, «risulta autonoma, congrua, lucida».

Tutto è cominciato dai gioielli. A luglio 2013, in una sfavillante asta a Ginevra firmata Sotheby’s, l’attrice ha venduto 22 pezzi di alta gioielleria griffati Bulgari. Il pubblico, entusiasta, ha offerto, in tutto, 4,96 milioni di dollari, circa il doppio della cifra stimata: solo per un paio di orecchini (in perle naturali e diamanti) qualcuno ha speso 2,39 milioni di dollari. Del resto, erano i pendenti che avevano adornato l’incontro della bella attrice con la principessa Margerita nel 1967. Una parte dei è stata destinata alla ricerca sulle cellule staminali. Il figlio dev’essersi spaventato, pensando alla parte di eredità perduta, si è rivolto al giudice tutelare: «Mia madre, Luigia Lollobrigida, in arte Gina, ha bisogno di un amministratore di sostegno. Temo non sia più in grado di fare da sola». Ci ha provato.

Forse un po’ è colpa anche dei giovanissimi fidanzati. Gli ultimi anni del sex symbol più amato degli anni Cinquanta sono stati davvero turbolenti. Consultando internet con il suo manager Andrea Piazzolla, la Lollo si è accorta che l’ex-fidanzato spagnolo Javier Rigau (44 anni, 43 in meno di lei), con cui aveva avuto una relazione dal 2006 al 2007, era conosciuto alla giustizia per una serie di truffe. A inizio 2012, Javier Rigau l’avrebbe chiamata per comunicarle che, in caso di morte, le avrebbe lasciato tutti i suoi beni. In cambio, l’attrice avrebbe dovuto sposarlo. Richiesta, naturalmente, mai assecondata. Ma alla Bersagliera era venuto il sospetto che l’ex «avrebbe potuto sposarmi per procura in Spagna a mia insaputa». La vicenda legale è ancora in corso.

Per non parlare delle statue. Gina Lollobrigida è anche scultrice. Nel 2010, l’attrice accusa artigiano un forlivese in merito ad un contenzioso fiscale relativo alla produzione di alcune statuette che avrebbero portato la firma della Lollobrigida stessa per conto della Swarovsky. Secondo quanto denunciato, sarebbero state emesse fatture con importi oltre il concordato. Il procedimento seguiva quello già avviato dalla Lollobrigida contro la Swarovsky Italia nel 2003, che si concluse nove anni dopo. L'attrice aveva denunciato Lorenzo Zichichi per la commercializzazione di una sua scultura (Le colonne di San Pietro), i cui proventi sarebbero dovuti andare alla diocesi di Roma e alle suore della carità di Calcutta. Ma i diritti del progetto, secondo la ricostruzione dei legali di Zichichi sono stati ceduti dall'attrice alla casa editrice Il Cigno di Zichichi, che si occupa anche di arte. I diritti poi passarono alla Swarovski: Rinaldo Albanesi, titolare di Swarovski Italia, finì sotto processo con Zichichi e patteggiò una pena pecuniaria. Per l'avvocato della Lollobrigida, la donna non aveva autorizzato nessuno a cedere a terzi il bozzetto della scultura.

Due note su Gina Lollobrigida. Il Time, nel 1954, scrisse: «In Europa Gi-na-Lol-lo-bri-gi-da sono le sette sillabe più famose. È lei la ragazza che, secondo Humphrey Bogart, fa sembrare Marilyn Monroe simile a Shirley Temple». Amatissima attrice e indimenticabile sex symbol degli anni Cinquanta e Sessanta, Gina Lollobrigida oggi ha 86 anni. Da sessanta vive in una villa sull’Appia antica, a Roma. Un unico matrimonio (con divorzio), quello col medico sloveno Milko Skofic (che, nel 1949, era a Roma per prestare servizio presso i profughi alloggiati a Cinecittà), un unico figlio, Andrea Milko Skofic (quello della causa appena conclusa) e un unico nipote, Dimitri, nato nel 1994.

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