Altro che commedia all'italiana...

Il giudice si stanca di aspettare e i tre ladri tornano in libertà

Il giudice si stanca di aspettare e i tre ladri tornano in libertà
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Certe vicende di cronaca nostrana assumono talvolta i tratti della più classica commedia all'italiana. Gli ingredienti ci sono tutti: il sesso, il luogo comune dell'uomo che si innamora perdutamente di una femme fatale, i criminali pronti a sfruttare questo "amore", l'ottimo lavoro degli inquirenti a sventare i diabolici piani dei suddetti e, in conclusione, una figuraccia della nostra giustizia, troppo presa da scartoffie e burocrazia per concentrarsi invece sulla sicurezza comune. Una bella trama, non c'è che dire. Peccato che non sia un film ma la triste realtà.

 

strip club

 

Teatro della vicenda è la Val Seriana. Qui risiede la vittima, un libero professionista 42enne di Sovere. Qui si trova anche il night club, precisamente a Parre, dove l'uomo ha incontrato la donna che gli ha cambiato la vita, una bellissima rumena di 31 anni. Alta, bionda, procace. Il libero professionista perde la testa per lei, si innamora. Il suo obiettivo diventa conquistare il cuore di questa donna. La corteggia da galantuomo, la invita a cena nei migliori ristoranti della Bergamasca. Lei, compiacente, accetta. O meglio, lancia l'esca. Il bergamasco, infatti, non sa che la 31enne sta tramando alle sue spalle insieme a due connazionali, rispettivamente di 33 e 41 anni. Il libero professionista e la sua bella, infatti, la sera dell'8 luglio si trovano fuori a cena. Lei, di nascosto, manda un messaggio ai due complici: li invita a entrare in azione e a svaligiare la casa del suo corteggiatore. Peccato che i piani del diabolico trio non vadano a buon segno.

All'improvviso, durante la cena, il 42enne decide di portare a casa sua la donna. Lei prova ad accampare scuse, a negarsi, ma non c'è niente da fare. La vicinanza del corteggiatore, inoltre, non le permette di avvisare i complici. E così, una volta giunti all'abitazione dell'uomo a Sovere, la coppia coglie sul fatto i due furfanti in combutta con la 31enne. La quale, però, non si dà per vinta: per facilitare la fuga dei suoi complici, finge un malore e chiede al bergamasco di riaccompagnarla a Clusone, dove abita. Mentre i ladri fuggono, il 42enne decide di prendersi cura della donna e portarla a casa. Durante il tragitto, la donna manda un nuovo messaggio ai complici: la casa è di nuovo libera. I due tornano in azione per finire il lavoro iniziato poco prima. Ma ancora una volta qualcosa va storto: un vicino di casa, infatti, si accorge di quello che sta accadendo e avvisa i Carabinieri, i quali arrivano sul posto nel giro di pochi minuti e arrestano i due rumeni. Basta poco per scoprire che dietro al furto c'è l'abile supporto della donna, che viene dunque anch'ella arrestata.

 

cattiva giustizia

 

Tutto bene quel che finisce bene, penserete, tranne che per il povero libero professionista bergamasco, beffardamente fregato proprio sulla cosa più cara che ognuno di noi ha, ovvero i sentimenti. E invece no. I tre rumeni, infatti, sarebbero dovuto essere processati per direttissima la mattina del 9 luglio, ma così non è stato. Il giudice Donatella Nava, infatti, ha atteso in aula fino alle 12.45 l’arrivo dei carabinieri con i tre arrestati, ma alla fine ha deciso di non celebrare il dibattimento. Un decreto del 2006 emesso dal presidente del Tribunale prevede infatti che i detenuti processati per direttissima debbano arrivare in aula entro mezzogiorno. Gli atti c'erano, ma gli imputati no. Il giudice ha quindi restituito tutto al pm Gianluigi Dettori, titolare del fascicolo. La colpa del ritardo è dei cosiddetti "tempi tecnici" che gli inquirenti sono costretti a seguire dopo ogni arresto e che prevedono procedure abbastanza lunghe e complesse. Il pm, poiché alle 8.30 di lunedì 11 luglio sarebbero scaduti i termini per la convalida degli arresti, si è visto costretto a scarcerare i tre complici, manifestando però il proprio disappunto per il comportamento del giudice, ma non è servito a nulla: il processo sarà celebrato nei prossimi mesi, con gli imputati a piede libero. Chissà perché, ma c'è la sensazione che, in realtà, i tre imputati non saranno in aula il giorno del processo, già fuggiti chissà dove, magari a infrangere altri cuori e a fregare nuovi innamorati.

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