L'incontro

Giustizia riparativa, a Gandino confronto fra vittime e terroristi degli Anni di Piombo

Giovedì 2 febbraio nell'Auditorium della Biblioteca ospiti Manlio Milani, che perse la moglie nella strage di Piazza della Loggia a Brescia, e Franco Bonisoli, ex terrorista delle Br che fu condannato per la strage di via Fani

Giustizia riparativa, a Gandino confronto fra vittime e terroristi degli Anni di Piombo
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di Giambattista Gherardi

Vittime e terroristi a confronto, nel ricordo di anni terribili, ma anche nella consapevole ricerca di un dialogo costruttivo che apra le porte “ad un’altra giustizia”. La Commissione Cultura del Comune di Gandino (nell’ambito de “I Giovedì della Cultura”) organizza giovedì 2 febbraio alle 20.45 presso l’Auditorium della Biblioteca Comunale una serata di approfondimento legata al tema degli Anni di Piombo. Si tratta della comune dizione con cui si identifica il periodo che fra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’80 vide in Italia una tragica estremizzazione della dialettica politica, con attentati, violenza e terrorismo.

Dopo la serata di inquadramento storico, tenutasi il 26 gennaio a cura della docente gandinese Antonia Bertoni, l’appuntamento del 2 febbraio proporrà testimonianze dal vivo di particolare impatto. In sala ci sarà innanzitutto Manlio Milani, presidente a Brescia di “Casa della Memoria” e dell’Associazione Familiari Caduti strage di Piazza Loggia. Un evento tristemente noto, avvenuto il 28 maggio 1974 durante una manifestazione antifascista e sindacale, che causò la morte di otto persone (fra cui la moglie di Milani) e un centinaio di feriti. Dal 21 giugno 2017 la strage ha due responsabili: Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, secondo una sentenza passata in giudicato.

La strage di Piazza della Loggia del 1974

Milani a Gandino dialogherà con Franco Bonisoli, ex terrorista delle Brigate Rosse, condannato a quattro ergastoli per la strage di via Fani e per il rapimento di Aldo Moro, che in carcere ha avviato un intenso percorso di pentimento. Con loro ci sarà anche Anna Cattaneo, pedagogista, mediatrice e formatrice alla mediazione penale, coordinatrice del Centro di Giustizia Riparativa di Bergamo.

«Con questo incontro - spiega Cristina Maccari, vice sindaco e assessore alla cultura del Comune di Gandino - vogliamo dare evidenza all’impegno di un gruppo di vittime e autori di reato, che per lungo tempo, in silenzio, hanno lavorato insieme. Nel 2008 padre Guido Bertagna, gesuita, aveva cominciato ad ascoltare ed incontrare vittime ed autori di reato di quegli anni. Successivamente si sono uniti a lui Claudia Mazzuccato (giurista) e Adolfo Ceretti (criminologo), esperti di Giustizia Riparativa.

Accanto a loro c'è sempre stato, sino alla fine, il cardinale Carlo Maria Martini che nel giugno del 1984 fu il destinatario di un'azione eclatante: la consegna delle armi, nelle sue mani, da parte di un gruppo di terroristi. Quell'esperienza durata oltre sette anni, fatta di incontri a scadenze regolari, è racchiusa nel "Libro dell'incontro" (la copertina nell'immagine di apertura) pubblicato nel 2015- Esso raccoglie le vive voci dei protagonisti, le lettere che si sono scambiati, la ricerca di una verità personale e curativa, oltre che dolorosa, che vada oltre la verità storica.

Manlio Milani, Franco Bonisoli e Anna Cattaneo (ospiti a Gandino) a diverso titolo hanno fatto parte di quel gruppo e verranno a raccontarci la loro esperienza. Per verificare come sia possibile pensare anche ad un'altra giustizia».

Manlio Milani a destra e Franco Bonisoli, a sinistra, durante un incontro a Milano nel 2020

La presentazione de “Il Libro dell’Incontro” nel 2015 fu a Milano, nell’ambito di Bookcity, un momento di grande partecipazione, che unì persone dentro e fuori la sala in cui era organizzata la presentazione.

«Il tema del riconoscimento, - disse allora Milani - che vuol dire sapere ascoltare, mettere insieme le esperienze, è la base fondamentale per ricostruire una memoria pubblica e trovare in questa i punti comuni che permettono a un società di poter convivere insieme. Il perdono, invece, tutto sommato, è una sorta di amnistia: annulla tutto. Noi non vogliamo annullare nulla».

Franco Bonisoli nel 2018 fu ospite sul palco del Meeting di Rimini, e non si sottrae alle proprie responsabilità. «Chi ha fatto la scelta della lotta armata - dichiarò in quell’occasione - non l’ha fatto per motivi di potere. Era la scelta di dare la vita per una causa. Si pensava che valesse la pena. Quando metti in pratica queste teorie con l’uccisione di quelle che adesso chiamo persone, si finisce per negare i valori che ti hanno portato all’inizio a fare quelle scelte. Sì, perché prima devi reificarle, ridurle a funzione, ruolo, cose». Un confronto che anche a Gandino si annuncia intenso. Per non dimenticare, mai, ma anche per guardare avanti fra giustizia e speranza.

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