Gli addestramenti militari più duri (tipo spaccare mattoni con la testa)
Fare il militare significa essere pronto a tutto. Significa servire la propria patria, combattere per essa. Significa anche essere consci di poter morire. Ma, nella speranza che la tragedia non accada mai, significa innanzitutto ore e ore di estenuante preparazione, esercizio fisico e mentale. Può voler dire anche saltare dentro un cerchio di fuoco, spaccare dei mattoni con la propria testa o bere sangue di cobra. Non stiamo esagerando: sono solo alcuni esempi degli esercizi più folli ed estremi a cui si devono sottoporre i membri delle truppe speciali di molti Paesi durante il periodo di addestramento. Essere pronti a tutto significa anche questo, prepararsi alle situazioni più estreme che la guerra potrebbe costringere ad affrontare.
In Oriente. Ogni esercito ha il suo addestramento, diversificato anche in base alla sezione a cui appartengono i militari. E in molti casi quest’ultimi sono costretti a dover affrontare sfide fisiche e mentali durissime prima di poter essere ritenuti pronti ad affrontare il vero scontro. In Corea del Sud, ad esempio, i militari vengono addestrati affinché imparino perfettamente la tameshiwari, antica arte marziale giapponese che prevede, tra le altre cose, anche la rottura di svariate tavole di roccia con un colpo di avambraccio. Anche in Cina è richiesta questo tipo di preparazione, ma invece che spaccare tavole di pietra con un braccio, ai futuri membri delle forze speciali del Dragone è richiesta la capacità di spaccare dei mattoni con una… testata. In Oriente, effettivamente, si sono sviluppati negli anni alcuni degli esercizi di addestramento più duri e strampalati al mondo. Sempre in Cina, ad esempio, viene data molta importanza, oltre che alla forza fisica, anche a quella mentale: per favorire il rilassamento, infatti, alcuni militari, da sdraiati, sono costretti a tenere in piedi alcuni compagni che devono invece piegarsi pericolosamente in avanti. Chissà se è proprio vero che così si combatte l’ansia. Di certo non c’è niente di meglio che temprare il coraggio di un militare facendolo saltare in un cerchio di fuoco: è proprio quello che fa l’esercito cinese, che presta anche particolare attenzione al portamento, visto che le nuove reclute dell’Esercito Popolare Cinese sono costretti a marciare con una croce legata alla schiena che limita i movimenti.
Per temprare spirito e corpo, in Sud Corea, invece, preferiscono chiedere alle “matricole” di gettarsi a torso nudo nella neve e cospargersi di essa per svariati minuti. Decisamente più duro l’addestramento previsto in Taiwan, dove le reclute, per completare il proprio corso di formazione, devono strisciare a petto nudo su un percorso di pietre. Metodi più soft nelle Filippine: i nuovi arrivati sono costretti, durante i pasti, a mangiare tenendo in equilibrio sulla testa una banana. Quest’esercizio serve a migliorare la postura. Nel caso in cui la banana cada, la recluta è costretta a mangiarla, pelle inclusa.
Nei Paesi arabi. In Iran le milizie Basij sono una forza paramilitare fondata nel novembre del 1979 e subordinata all'Esercito dei guardiani della rivoluzione islamica iraniana. Nonostante siano composte da volontari, l’addestramento dei suoi membri è durissimo e parte con un corso intensivo di arti marziali che non guarda in faccia a nessuno. Le forze militari sciite irachene invece, anch’esse composte da volontari, preferiscono alla bruta forza fisica l’abilità nell’uso del coltello. Per questo si organizzano veri e propri combattimenti tra i membri, in cui vince chi arriva sul punto di poter uccidere con una coltellata il proprio avversario. Sempre in Iraq, ma nell’esercito nazionale, si opta invece per un tipo di addestramento forse più semplice, ma altrettanto brutale: le reclute sono costrette a fare il ponte e a tenere la posizione per tantissimo tempo. Chi molla viene picchiato con il calcio di un fucile. Ma non in tutti i Paesi arabi l’addestramento è così duro: in Libano, ad esempio, si testano le capacità balistiche dei soldati attraverso un simulatore. L’utile viene unito al dilettevole.
In Europa. Trasferendoci più verso Occidente, i mezzi di addestramento militare diventano un po’ più “evoluti”, ma certamente non meno duri. In Bielorussia, ad esempio, i militari che desiderano entrare nelle forze speciali governative rinominate Berretti Rossi, sono costretti a superare diverse prove, tra cui la resistenza a possibili attacchi chimici: indossando delle maschere a gas, i soldati devono resistere il più possibile in delle specie di pozzi pieni di gas tossici. Successivamente le reclute si trovano costrette a dover camminare in equilibrio su un tronco mentre, attorno a loro, scoppiano bombe e sibilano spari. Tra i Paesi a noi vicini, invece, uno di quelli che prevede l’addestramento più duro è certamente quello tedesco, dove i gendarmi devono ad esempio abituarsi a muoversi in sella a un cavallo attraverso fumogeni e spari che portano l’animale a imbizzarrirsi, mentre i colleghi delle forze speciali devono riuscire ad assemblare una pistola sott’acqua, trattenendo il respiro.
L’America (ovvero i SEALs). Ma le forze speciali più note al mondo per prevedere un addestramento estremo sono gli U.S. Navy SEALs, militari impiegati dal governo americano in conflitti e guerre non convenzionali, difesa interna, azione diretta, azioni anti-terrorismo e in missioni speciali di ricognizione in ambienti operativi estremi. Chi vuole entrare a farne parte deve essere pronto a sopravvivere in ambienti pericolosi e per questo gli addestramenti si svolgono spesso in foreste o luoghi dove la natura mostra il suo lato peggiore e più duro. Le reclute vengono abituate a cibarsi di insetti, a cacciare e anche a bere sangue di cobra. Siamo certi che non è proprio a questo che pensano gli uomini più maturi quando ripetono alle nuove generazione che “il militare ti avrebbe fatto bene”.