L'indagine della Finanza

Gli affari della 'Ndrangheta nell'emergenza Covid: giri loschi anche a Bergamo

I finanzieri hanno arrestato sei persone, acquisivano società e le portavano al fallimento. Una "vittima" anche qui

Gli affari della 'Ndrangheta nell'emergenza Covid: giri loschi anche a Bergamo
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La Guardia di Finanza, nel contesto di un’operazione partita da un’inchiesta della Dda milanese, ha arrestato nella mattinata di oggi (venerdì 31 marzo) sei soggetti per associazione a delinquere. Le persone per cui si è disposta la misura cautelare sono accusate di legami con le cosche di 'Ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo (Varese) e Vibo Valentia. Avrebbero svuotato le casse di società acquisite in precedenza, con danni per quattro milioni di euro, portandole al fallimento. Sono aziende di Milano, Monza e una di Bergamo.

I clan avrebbero fatto affari d’oro nella sanità lombarda durante l’emergenza Covid, con interessi ramificati soprattutto nella fornitura di materiale sanitario ed esecuzione di tamponi da parte di soggetti che, in realtà, non avrebbero potuto svolgere quel lavoro in quanto non professionalmente autorizzati.

I gruppi criminali diventavano proprietari di società in crisi, che poi venivano portate al fallimento dopo averne dilapidato il patrimonio a danno dei creditori, primo fra tutti l’Erario, dato che ci sarebbero state omissioni nelle dichiarazioni fiscali e nei pagamenti delle tasse.

Le somme, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, sarebbero state drenate a favore di altre imprese del gruppo, anche all’estero, sotto forma di pagamenti di fatture per operazioni inesistenti.

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