Il Primo maggio una raccolta di fondi

Gli artigiani nepalesi tornano a casa Expo, scatta una gara di solidarietà

Gli artigiani nepalesi tornano a casa Expo, scatta una gara di solidarietà
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C’è un padiglione che difficilmente potrà essere pronto al 100% il prossimo Primo maggio, giorno di apertura di Expo2015. Ma paradossalmente è il padiglione che attirerà l’attenzione e lo sguardo di tutti: quello del Nepal. Il piccolo Stato asiatico aveva scelto di investire in grande stile sull’Esposizione milanese, prendendo un’area di quasi 3mila metri quadrati. Non potrà essere pronto per un motivo molto comprensibile e umano: i 14 artigiani impegnati nelle rifiniture e nelle decorazioni in stile locale del padiglione, hanno chiesto di rientrare nel loro Paese perché il terremoto ha colpito le famiglie di tutti. Anche la corsa alla solidarietà che è subito scattata da parte degli addetti agli altri padiglioni difficilmente può ovviare a competenze che sono molto particolari. «Dobbiamo far sì che il padiglione del Nepal diventi un luogo simbolo della ricostruzione, che dovrà passare attraverso la solidarietà e la cooperazione internazionale», ha detto Filippo Ciantia, direttore NBest practices di Expo 2015.

 

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Il padiglione del Nepal, che è stato progettato da Implementing Expert Group (Ieg), lo stesso gruppo di architetti scelto dal governo nepalese per le recenti Expo, ricorda strutturalmente la forma del Mandala, il diagramma circolare formato dall’unione di figure geometriche che richiama il cerchio della vita. I visitatori verranno calati nell’atmosfera degli antichi insediamenti delle valli di Kathmandu, dove persone di differenti etnie, religioni ed estrazione sociale hanno convissuto in armonia per secoli. Le abitazioni sono sempre state decorate da elementi di metallo, pietra, terracotta e legno intarsiato, grazie a un’abilità affinatasi in secoli di esperienza da parte di artigiani di straordinaria bravura. Squadre di carpentieri, muratori, artigiani e artisti erano ancora all’opera nei giorni scorsi nel padiglione per replicare gli elementi costruttivi delle più belle abitazioni tradizionali nepalesi. E sono proprio questi artigiani che hanno comprensibilmente chiesto di rientrare nel loro Paese per assistere le rispettive famiglie.

 

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Il Padiglione del Nepal ha anche un altro motivo d’attrazione: è il padiglione dedicato al tema della montagna. Verrà affrontato ovviamente  il tema dell’agricoltura di montagna, questione fondamentale per la vita e il futuro del paese asiatico. Un’agricoltura che si è sviluppata nei secoli, con i suoi propri metodi naturali, i terrazzamenti, la ricchezza dei suoi prodotti biologici, e che oggi deve scommettere su un proprio sviluppo, per garantire sussistenza alimentare al Paese. Inoltre il padiglione ospita anche una delle installazioni più interessanti di Expo2015: la Piramide del Comitato Everest-K2 del Consiglio nazionale delle Ricerche. La Piramide è un gioiello della scienza e della tecnologia, è stata costruita  nel 1990 ai piedi dell’Everest ed è il laboratorio interdisciplinare più alto della terra (5050 metri). Uno strumento prezioso di monitoraggio dei ghiacciai e dei rischi di valanghe, messo a servizio delle centinaia di sherpa che accompagnano gli alpinisti di tutto il mondo sulle vette dell’Himalaya. «Sarà uno stand bellissimo, con una pagoda alta 14 metri», assicura Agostino Da Potenza, presidente del Comitato Ev-K2. «E ricordiamoci che questo padiglione rappresenta simbolicamente il 20% del pianeta, in quanto le montagne coprono il 20 % della Terra!»

Il primo maggio l’Expo prenderà avvio proponendo con gesto di solidarietà: una raccolta fondi lanciata dal Commissario unico Giuseppe Sala, a favore della popolazione nepalese.

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