Gli interrogativi dei magistrati sull'aggiornamento (o no) del piano pandemico italiano
Secondo quanto riferito dai dirigenti del Ministero della salute il piano risale al 2006. Ranieri Guerra aveva però detto che era stato aggiornato nel 2017
I piani pandemici italiani sono stati aggiornati nel 2017 oppure no? Parrebbe di no stando a quanto riferito nel corso delle ultime audizioni dagli ex dirigenti e degli attuali vertici del Ministero della Salute Giuseppe Ruocco, Francesco Maraglino, e Anna Caraglia. Come riporta Corriere Bergamo, Caraglia, segretaria del dipartimento di Prevenzione, e Maraglino, direttore dell’ufficio prevenzione delle malattie trasmissibili, avrebbero detto ai magistrati che il piano pandemico è quello risalente al 2006.
Una tesi confermata lunedì (17 gennaio) anche da Ruocco, direttore generale della Prevenzione prima dell’arrivo di Ranieri Guerra. Tuttavia, lo stesso Ranieri Guerra, oggi direttore vicario ma nel 2017 direttore generale della Prevenzione, a novembre aveva spiegato in Procura che il piano era stato aggiornato nel 2017 ma che era molto simile a quello del 2006.
I magistrati bergamaschi puntano a chiarire definitivamente la questione relativa al mancato aggiornamento dei piani pandemici influenzali italiani, convinti che un piano aggiornato e applicato sarebbe risultato utile anche per contrastare il virus. Secondo i dirigenti del Ministero, al contrario, il piano influenzale non avrebbe potuto riguardare il Covid.
Negli uffici di piazza Dante si era presentato anche il virologo Andrea Crisanti, nominato dai pubblici ministeri come consulente. Andrea Crisanti è al lavoro per preparare una relazione tecnica (servirà ancora una trentina di giorni) utile a chiarire proprio quale sarebbe stato l’impatto del Covid sul nostro Paese se l’Italia avesse avuto a disposizione un piano pandemico aggiornato secondo le ultime linee guida dell’Oms.