Gori e Fontana si scontrano pure sulle regole per le famiglie che vanno al ristorante
Il sindaco, dopo la diffusione delle nuove linee guida regionali, critica il governatore per la decisione di imporre un metro di distanza anche ai familiari. La risposta del numero uno della Lombardia: «Ennesimo attacco politico e pretestuoso»
Nel 2018 si sono scontrati per la guida della Lombardia e oggi, a distanza di oltre due anni, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e il governatore Attilio Fontana continuano a punzecchiarsi. La drammatica crisi causata dal Covid che stiamo vivendo è infatti diventata, negli ultimi mesi, palcoscenico di diversi "scontri" tra i due, con il primo particolarmente critico verso la gestione dell'emergenza attuata dal Pirellone e il secondo pronto a difendersi e ribattere. Ultimo motivo di contrasto un tweet pubblicato la mattina del 20 maggio dal primo cittadino.
Distanza tra i clienti dei ristoranti: la Regione Lombardia modifica le linee guida del governo e fa saltare la deroga per i familiari.
Così due persone che dormono insieme dovranno cenare a 1 m di distanza, e se il tavolo è largo 80cm non potranno sedersi una di fronte all’altra— Giorgio Gori (@giorgio_gori) May 20, 2020
«Distanza tra i clienti dei ristoranti: la Regione Lombardia modifica le linee guida del governo e fa saltare la deroga per i familiari - ha scritto Gori -. Così due persone che dormono insieme dovranno cenare a 1 m di distanza, e se il tavolo è largo 80 cm non potranno sedersi una di fronte all’altra».
Una critica a cui Fontana ha immediatamente risposto attraverso un comunicato stampa: «La nostra scelta è mirata a semplificare la vita dei ristoratori e quella dei cittadini - ha spiegato il governatore lombardo -. Abbiamo deciso di puntare su regole uniformi con l'obiettivo di evitare di rendere ancor più complicata la gestione di una situazione emergenziale e, per certi versi, senza precedenti. Se invece, anche in questo caso, si vuol far prevalere la critica e la polemica fine a se stessa, be', allora derubrico questa sua uscita come l'ennesimo attacco politico e pretestuoso alla Regione Lombardia. Senza però evidenziare che da un sindaco, convertitosi al rigore e alla fermezza dopo qualche uscita iniziale a dir poco improvvida, ci si aspetterebbe qualcosa di diverso».