la polemica

Gori fa togliere i manifesti di Pro Vita contro la pillola abortiva RU486

Dopo la sollevazione da parte del movimento delle donne, il sindaco di Bergamo ha fatto rimuovere la comunicazione dell'Associazione Pro Vita & Famiglia.

Gori fa togliere i manifesti di Pro Vita contro la pillola abortiva RU486
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Rimossi i manifesti contro la RU486. Lo ha ordinato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che dice: «Ho fatto rimuovere i manifesti dell’Associazione Pro Vita & Famiglia contro l’uso dell’RU486 (“Prenderesti mai del veleno?”). Nonostante il farmaco sia sicuro e approvato dall’Aifa, i manifesti miravano a ingenerare allarme per la salute e la vita delle donne che ne facciano uso». IL PD bergamasco sottolinea che è un «atto in difesa delle verità scientifiche e del rispetto delle donne».

L’intervento da parte dell'amministrazione è avvenuto ieri mattina (11 dicembre) e «ha posto fine  nella nostra città - sostengono la deputata Elena Carnevali e l’assessore Marzia Marchesi, Romina Russo (consigliera in Provincia) e Maddalena Cattaneo del coordinamento donne democratiche - a una, fortunatamente breve, campagna che non solo veicolava falsi messaggi dal punto di vista medico scientifico ma che era inaccettabile dal punto di vista del diritto di autodeterminazione delle donne e della legge 194/78 “Tutela sociale della maternità e per l’interruzione di gravidanza”. Una legge di civiltà che nonostante i suoi 42 anni continua ad essere sotto attacco, anche attraverso questi messaggi brutali e menzogneri. Ribadiamo la ferma condanna a queste campagne volte a colpevolizzare e terrorizzare le donne. L’aborto farmacologico, impiegato dal SSN nazionale, è una pratica validata e sicura, impiegata come pratica medica e non è ammissibile che sia strumentalizzato da una propaganda faziosa e contraria alle evidenze scientifiche. L’auspicio è che in futuro non sia necessario intervenire ex post per rimuovere simili campagne ma che vengano adottati tutti gli strumenti possibili per impedire la diffusione di tali messaggi lesivi della dignità e dei diritti delle donne. A partire dalla modifica del regolamento comunale delle affissioni pubbliche, come previsto dall’ordine del giorno presentato dal PD su proposta del Consiglio delle Donne e già approvato dal Consiglio Comunale».

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