In 9 mesi oltre cinquemila morti

È di nuovo guerra in Ucraina

È di nuovo guerra in Ucraina
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Si è riaccesa la guerra in Ucraina. A Mariupol, città del sud-est, ormai infuria la battaglia, dopo che sabato 24 gennaio una trentina di persone sono morte e un centinaio sono rimaste ferite in seguito a un attacco missilistico rivendicato dai ribelli filorussi. I ribelli negano però di aver sparato i 120 missili che hanno colpito un mercato, diversi edifici residenziali e un asilo, e accusano a loro volta le forze armate ucraine di aver messo in atto una provocazione o di aver colpito “erroneamente” la zona abitata. Si è trattato di una strage così imponente che il presidente ucraino Petro Proshenko, rientrando in anticipo dall’Arabia Saudita dov’era per i funerali di re Abdullah, ha indetto una giornata di lutto nazionale, definendo quanto accaduto a Mariupol un “atto di terrorismo” e un “crimine contro l’umanità, i cui colpevoli devono essere giudicati all’Aia”.

A mezzogiorno di domenica 25 gennaio in Ucraina è stato osservato un minuto di silenzio. Al lutto si è unito anche Papa Francesco, che all’Angelus ha detto: «Seguo con viva preoccupazione l'inasprirsi degli scontri nell'Ucraina orientale, che continuano a provocare numerose vittime tra la popolazione civile», e assicurando la sua preghiera per quanti soffrono ha rinnovato «un accorato appello perché si riprendano i tentativi di dialogo e si ponga fine ad ogni ostilità». Sul piano politico l’alto rappresentante della politica estera dell’Unione Europea, Federica Mogherini ha rivolto un appello a Mosca perché “usi la sua considerevole influenza sui leader separatisti e fermi ogni forma di sostegno militare, politico e finanziario”. “L’ulteriore escalation del conflitto armato” nell’est dell’Ucraina “condurrà inevitabilmente ad un ulteriore grave deterioramento delle relazioni tra la Ue e la Russia”, ha ribadito Mogherini.

 

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I tragici dati Osce. Secondo l’Osce (l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), dall’inizio della guerra, nove mesi fa, sono state uccise più di cinquemila persone e sono oltre un milione (per lo più filorussi) quelle costrette a fuggire dal conflitto. La situazione è sempre più grave e il presidente dell'assemblea parlamentare dell'OSCE Ilkka Kanerva ha annunciato che intende discutere la possibilità di un'operazione di pace nel territorio dell'Ucraina, perché la comunità internazionale deve assumersi maggiori responsabilità per la risoluzione del conflitto. L’Ucraina, stando a quanto affermano le sue fonti militari, sta spendendo ogni giorno tra i 5 e i 7 milioni di dollari per la guerra. Una cifra altissima, che pesa non poco su un’economia già in dissesto.

L’importanza di Mariupol. Mariupol è una città strategica, di 450 mila abitanti, posta sulle rive del mar d’Azov, tra la Crimea e il confine orientale dell’Ucraina. Difesa dall’esercito di Kiev, che ne ha il controllo, finora era stata risparmiata dai bombardamenti, anche se già nello scorso agosto i ribelli filorussi avevano cercato di conquistarla. Mariuopol è tra i loro obiettivi per garantire la continuità territoriale da Donetsk alla Crimea. Dopo l’attacco di sabato, la popolazione della città è sotto shock e le autorità municipali hanno invitato gli abitanti a non cedere al panico.

 

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L’evoluzione della guerra. Da quando a settembre a Minsk sembrava si fosse arrivati a un accordo tra le parti, il cessate il fuoco non è mai stato realmente rispettato. Si sono succeduti una serie di attacchi a basso impatto, che hanno mantenuto alta la tensione e lo stato di guerra. In questi giorni il presidente ucraino Poroshenko sta valutando con i responsabili della difesa delle misure supplementari per fronteggiare il riaccendersi della crisi nelle regioni dell’Est.

La scorsa settimana a Donetsk, roccaforte dei ribelli filorussi, i vertici dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk hanno accusato le forze armate ucraine di aver attaccato lanciando razzi multipli Grade, causando la morte di molti civili. Un fatto che ha scatenato lo scambio di accuse reciproche tra le diplomazie di Mosca e Kiev. Il Cremlino sostiene di aver proposto la dismissione unilaterale degli armamenti pesanti, ma il governo di Kiev, sostenuto da Washington e dalla NATO, non sembra intenzionato a fermarsi. Il 21 gennaio scorso il generale Ben Hodghes, capo dell’Us Army Europe ha annunciato l’arrivo di soldati americani sul territorio, come addestratori per le truppe di Kiev, e in primavera dovrebbero arrivare anche rinforzi in fatto di carri armati e artiglieria.

Nelle ultime settimane a Donetsk e dintorni sono state prese d’assalto fermate di autobus, con conseguenti stragi di civili. Il 13 gennaio nella città di Volnovaya è stato colpito un autobus di pensionati che si stava recando a ritirare la pensione in una città vicina, dal momento che Kiev ha interrotto i pagamenti nella capitale dei separatisti, Donetsk. Nei giorni seguenti alla strage, che ha causato 10 morti, è stato appurato che la responsabilità è dei militari ucraini, che hanno agito in segno di vendetta per aver perduto l’aeroporto. Perché proprio nei pressi dell’aeroporto per giorni si è continuato a sparare e i ribelli hanno costretto i militari dell’esercito ucraino a ritirarsi. Lo scalo è stato raso al suolo da mesi di combattimenti, diventando il simbolo della guerra civile del Donbass. Oggi l’aeroporto di Donetsk, ultimato nel 2012 per gli europei di calcio, è ridotto a un cumulo di macerie, che tuttavia continua a essere conteso. Per Kiev rappresenta una posizione che permette di tenere il centro urbano sotto la pressione delle proprie artiglierie; per i filorussi è la fondamentale linea difensiva per evitare una penetrazione delle forze avversarie verso i quartieri cittadini.

I minatori in trappola. In seguito ai bombardamenti vicino a Donetsk, che hanno danneggiato la centrale elettrica, circa 500 minatori sono rimasti bloccati nella miniera di carbone di Zasyadko. Il black-out ha messo fuori uso gli ascensori e l’impianto di ventilazione. Secondo quanto riporta Il Post, un funzionario del ministero per le Emergenze di Kiev ha fatto sapere all’agenzia di stampa AFP che sono già iniziate le operazioni per i soccorsi. Un incidente simile era avvenuto nella stessa miniera all'inizio di gennaio e aveva coinvolto 300 minatori.

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