Hackeravano e-mail aziendali: due uomini arrestati per aver riciclato 600 mila euro
I due facevano parte di una banda più ampia smantellata a ottobre. Gli inquirenti avevano acquisito elementi con perquisizioni eseguite in mezza Italia, anche a Bergamo: sette le persone già arrestate per frode informatica aggravata e riciclaggio
Altri due cyber criminali specializzati nell’hackeraggio delle email aziendali sono stati arrestati in Emilia Romagna e in Germania. La coppia, composta da un italiano della provincia di Reggio Emilia e da un nigeriano, individuato a Brema, faceva parte di una banda più ampia che era stata smantellata a ottobre del 2020 grazie all’operazione cosiddetta "Matrioska", condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Squadra mobile di Trento.
Prima che scattassero le manette nei confronti dei due hacker, le indagini avevano portato all’arresto di altre sette persone accusate di frode informatica aggravata e riciclaggio transnazionale. Gli inquirenti avevano acquisito elementi con perquisizioni eseguite in mezza Italia, a Bergamo e nelle città di Belluno, Verona, Bologna, Lodi, Milano, Modena, Brescia, Reggio Emilia e Udine.
Come riportano i colleghi di PrimaVerona, i due complici, secondo l’accusa, avrebbero partecipato per il tramite di due società, una emiliana e l’altra veronese, al riciclaggio transnazionale dei 600mila euro illecitamente sottratti alle società frodate.
In particolare, la coppia avrebbe partecipato al riciclaggio di 600 mila euro tramite numerosi bonifici verso dei conti correnti appartenenti a sei società fantasma che avevano sede a Milano, Modena e Reggio Emilia.
Il tutto sarebbe stato accompagnato da false casuali per il pagamento di fatture inerenti cessioni di beni. Il denaro, finito all’estero, è poi rientrato in Italia attraverso bonifici che sono stati disposti dai medesimi conti correnti stranieri verso i conti nazionali di due società fantasma modenesi e di due prestanome, un italiano e un cingalese, prima di essere prelevato in contanti.