I 260 a Bologna, in attesa di un gol Foto di chi sperava in un'altra Dea
«Pota, l'è 'ndacia issé». La voce dei 260 coraggiosi atalantini, consumata e stanca, rimbalza sul cemento dello stadio Dall'Ara. Una cassa di risonanza della delusione. È andata così, cioè male, troppo male, e dopo gli schiaffi presi contro il Bologna tornare a casa è una via crucis da fare di corsa lungo l'autostrada. Guarda il lato positivo, allora. La classifica. È già qualcosa, no? Dovrà bastare, almeno questa volta, dopo questo macilento 3-0 per gli altri, perché il calcio è fatto di appigli e mica ti puoi sempre aggrappare ai sogni: rischi di scivolare giù. È per questo che alla fine prevale il buon senso. «Solo un passo falso, ragazzi. Niente drammi, scècc». No, ma quali drammi. «Certo, però, senza quell'errore...». E va bene, è vero, senza quel dannato errore l'Atalanta avrebbe giocato un'altra partita, vero?
Tifosi atalantini a Bologna
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Battiti di mano a tempo di rock. Siamo già al maledetto finale di una partita stregata. Alle 15, invece, il volume della gioia è tutto nerazzurro. Prima del fischio d'inizio i Rolling Stones sparati a tutta vanno bene per muoversi e cantare e far festa. Quelli del Bologna hanno paura e si vede. Il grido di battaglia dell'Atalanta, quello che piace a noi, lo sentono fin sotto le due torri. Un «forza Atalanta» a squarciagola può essere davvero convincente. Nello spicchio di cielo riservato ai nerazzurri sono almeno 250, pochi di più. Gli highlander che l'Atalanta non se la perdono mai. Giacche a vento ben allacciate, battito di mani a tempo di rock, voce più forte un whiskey invecchiato. È l'incipit a una grande partita. O così pare. E figurati quando Gomez, dopo dieci minuti, la manda alta di tanto così: il destino sembra aver predisposto un'altra passerella trionfale.
Proteste per il rigore. E invece. A pensare di averla impugno si fa male, il Bologna gioca che gli tremano le gambe, ma anche la paura è una forza. Il lato oscuro. Star Wars Bologna. La palla-gol è ancora nerazzurra, il boato è bergamasco, un oooooh strozzato in gola: la palla di Gomez poco dopo la mezzora è ribattuta dalla difesa. L'entusiasmo si fa mugugno, certi gol non li devi sbagliare. Poco dopo va anche peggio: Mirante annulla un pallone di Kurtic. «Noooo», eccerto: nooo, così no. Il dubbio che non sia una passeggiata inizia a scivolare tra la gente. Si canta e si tifa lo stesso, si urla che l'Atalanta è forte e vincerà. Prima dell'intervallo c'è pure il tempo per le proteste, quelle volano sempre, per un fallo di Ferrari in area di rigore. «Eeeeh». «Rigoreeee». Niente. Le lancette scorrono e alla fine del primo tempo di gol nemmeno l'ombra.
Tifosi atalantini a Bologna
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Ripresa amara. I decibel dei tifosi nerazzurri, però, restano alti anche nel secondo tempo. Almeno per un po'. L'Atalanta c'è, l'Atalanta trionferà. Ma quando Toloi sbaglia l'appoggio consegnando agli avversari la partita, anche il più rumoroso dei supporter perde la voce. Di colpo. Hanno spento la gioia con un tocco arretrato. Dall'altra parte la curva del Bologna esplode che sembra una liberazione e il gioco dei volumi passa di là, ai padroni di casa. Non è un pomeriggio per noi che l'Atalanta la vorremmo sempre veder vincere. Dopo Giaccherini (suo il vantaggio), fa gol pure Destro, e poi anche Brienza, e giù il sipario. Nemmeno la punizione di Max Moralez, a poco dalla fine, basta a ridare voce all'entusiasmo. Tranquilli, però, c'è già un'altra partita all'orizzonte. Un altro boato da raccontare.