Commenti e dichiarazioni nello storico giorno delle prime vaccinazioni anti-Covid in Bergamasca
Da Remuzzi a Lorini, dai medici agli infermieri: oggi, domenica 27 dicembre, cento rappresentanti del mondo della sanità locale hanno fatto il vaccino contro il coronavirus. I commenti raccolti in questa giornata storica all'ospedale di Alzano e al Papa Giovanni
di Federico Rota
All’ospedale di Alzano Lombardo, a distanza di dieci mesi dalla scoperta del primo focolaio bergamasco, l’aria che si respira oggi, domenica 27 dicembre, è quella di un nuovo inizio. «Sono emozionato. Siamo di fronte a un miracolo della scienza, a qualcosa che era impensabile fino a qualche anno fa – ha sottolineato Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Farmacologico Mario Negri, primo bergamasco a ricevere il vaccino ad Alzano -. In pochi mesi è stato sviluppato un vaccino, quando in passato erano necessari 10 anni».
In occasione del cosiddetto “V-Day” sono arrivate in provincia le prime cento dosi del vaccino anti-Covid sviluppato da Pfizer e Biontech, somministrate a partire dalle 15 non soltanto al Pesenti-Fenaroli, ma anche all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. «Oggi inizia la campagna vaccinale in tutta Europa per fronteggiare una pandemia che nella prima fase, in particolare nei nostri territori, ha avuto un terribile impatto – ha dichiarato il direttore generale dell’Asst Bergamo Est Francesco Locati -. Questo giorno rappresenta una svolta, speriamo con effetti duraturi».
La campagna vaccinale vera e propria però partirà a gennaio. Una data certa ancora non è stata stabilità, anche se l’Ats di Bergamo si sta preparando per essere pronti già dal 4 gennaio. «Partiremo dagli operatori del sistema sanitario dei nostri ospedali e, sempre nelle prime settimane, accederanno ai vaccini anche gli operatori e gli ospiti delle Rsa – ha confermato il direttore generale Massimo Giupponi -. Al momento non ci è stata ancora comunicata una data certa. Il piano segue le indicazioni definite dal commissario Domenico Arcuri. Definiremo la calendarizzazione nei prossimi giorni, in accordo con gli altri Hub. La catena del freddo per gestire i vaccini è pronta».
Le prime dosi, partite dall’ospedale Niguarda di Milano (324 fiale, per un totale di 1.620 dosi in Lombardia) sono state consegnate nelle mani della dottoressa Delia Bonzi, direttrice della farmacia dell’Asst Bergamo Est, alle 11.37. Nello specifico ad essere vaccinati all’ospedale di Alzano, oltre al dottor Remuzzi, sono stati 25 dipendenti dell’Asst Bergamo Est, cui fa parte la struttura sanitaria della Val Seriana, e altri 25 professionisti in rappresentanza del mondo sanitario. Per le vaccinazioni sono stati predisposte tre postazioni, in ognuna delle quali era presente un medico e un infermiere vaccinatore. Il richiamo, per tutti i primi vaccinati, è fissato tra 21 giorni.
«Si tratta di un vaccino nuovo ed estremamente ingegnoso – ha continuato il dottor Remuzzi -. Un pezzetto di rna messaggero arriva nelle cellule e fabbrica una delle proteine del virus, quella con cui poi l’organismo formerà gli anticorpi neutralizzanti. Avrete sentito dire che così diventiamo organismi geneticamente modificati, ma non è assolutamente vero visto che quel pezzetino di rna messaggero si degrada subito. Io ho già le proteine e tra 6 giorni fabbricherò gli anticorpi. Questa è però anche una vittoria dell’Europa visto che la “scintilla” è nata in Germania da due ricercatori turchi. Due ragazzi come chiunque c’è nei nostri laboratori».
Ed è proprio il valore rappresentato dalla ricerca scientifica che il direttore del Mario Negri ha voluto evidenziare. «Stiamo aiutando l’Ats a identificare cosa significa “positivo”. Questa variante inglese potrebbe anche essere una variante che dal punto di vista clinico comporta pochissimi sintomi. Quasi tutti sono asintomatici e stiamo capendo in questi giorni che forse gli asintomatici non trasmettono l’infezione come si pensava in passato. È importante continuare a studiare perché quando sembra che gli scienziati siano divisi significa che le cose sono così complesse e mutevoli che nessuno può essere sicuro di avere le idee chiare. Non dimenticatevi dei ricercatori; per la maggior parte si tratta di donne, dobbiamo essere consapevoli del fatto che molti di questi passi avanti sono possibili grazie a loro».
«È una giornata storica di speranza, speriamo sia l’inizio della fine di questa pandemia – ha commentato il sindaco di Alzano Camillo Bertocchi -. Abbiamo attraversato mesi drammatici. Ora abbiamo un punto fermo per iniziare a sperare di sconfiggere questo maledetto virus. Dobbiamo mantenere alta l’attenzione e continuare a rispettare le regole di contenimento del contagio». L’inizio simbolico della campagna vaccinale è stato accolto con soddisfazione anche dal sindaco di Nembro Claudio Cancelli. «Per la prima volta abbiamo un’arma che speriamo metta in sicurezza i nostri cittadini. Non dobbiamo farci però illusioni, i prossimi mesi saranno difficili e dovremo convivere con questa situazione prima di raggiungere la copertura vaccinale necessaria all’immunità di gregge. Ora possiamo però pensare a un futuro in cui riconquisteremo la normalità della socialità, delle attività economiche e della scuola».
Al punto stampa allestito nel complesso di Santa Maria della Pace hanno preso parte anche il rettore dell’Università di Bergamo Remo Morzenti Pellegrini, l’assessore regionale Lara Magoni, la presidente della conferenza dei sindaci Marcella Messina e il vicepresidente, nonché presidente del distretto Bergamo Est, Gabriele Cortesi.
Il primo ad essere vaccinato all’ospedale Papa Giovanni XXIII è stato invece Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei Medici della provincia. Poi è stato il turno del presidente dell’Ordine degli Infermieri Gianluca Solitro, del presidente dell’ordine dei Tecnici sanitari di radiologia e delle Professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione Guido Muzzi e del pediatra bergamasco e membro del Cts regionale di Luigi Greco. Quindi, hanno ricevuto le prime dosi 13 medici, 9 infermieri, 2 tecnici e 2 operatori socio sanitari del Papa Giovanni che non hanno contratto il virus. «Dopo tanti mesi in apnea dedicati alle cure ospedaliere da oggi siamo in prima linea con i vaccini – ha commentato Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII -. È una giornata simbolica, dove a scendere in campo sono stati i nostri operatori più rappresentativi, per il loro ruolo e per il contributo dato alla gestione dell’emergenza insieme a figure simbolo della sanità bergamasca. Ringrazio tutti quanti per aver aderito con convinzione alla campagna e ringrazio i nostri operatori in prima linea nella lotta contro la pandemia anche oggi, speriamo ultima tappa di un percorso difficile e doloroso».
Presenti al Papa Giovanni, insieme al direttore generale Maria Beatrice Stasi e al direttore sanitario Fabio Pezzoli, anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e l’assessore regionale Claudia Maria Terzi. «Vivo questo 27 dicembre, primo giorno di vaccinazioni, come una festa della vita, specialmente per Bergamo, la nostra città – ha concluso Giorgio Gori -. So che anche tra noi c’è chi affronta questo passaggio con diffidenza. Vorrei rassicurarlo, invitandolo a considerare la scienza una compagna affidabile e il vaccino come lo strumento che ci consentirà di far ripartire l’economia e il lavoro, la chiave che ci restituirà la dimensione collettiva che il virus ci ha sottratto. In questa dimensione la libertà individuale non può prescindere dalla solidarietà: se c’è una cosa che l’esperienza del Covid ci ha insegnato è che nessuno può porsi in salvo da solo. Ci auguriamo che l’organizzazione della campagna vaccinale sia efficace, senza ritardi e inefficienze. Ma oggi è un giorno di festa, che ci dà speranza e che chiama ognuno di noi all’esercizio della responsabilità».