I dati certificano il flop dei vaccinazioni antinfluenzali, Scandella: «E le dosi inutilizzate?»
A preoccupare il consigliere regionale Dem è anche l’avvio assai stentato della campagna vaccinale anti-Covid
Da modello di sanità d’eccellenza a Cenerentola italiana incapace di programmare le attività essenziali, a cominciare dai vaccini. Da oltre dieci mesi la Lombardia è sulle prime pagine dei giornali per gaffe, ritardi ed errori nella gestione dell’emergenza sanitaria e dei molteplici aspetti a lei connessi, da ultimo per quel che riguarda le vaccinazioni antinfluenzali. Una campagna che secondo il gruppo regionale del Partito democratico è miseramente fallita.
«Sono i numeri di Regione Lombardia a dirlo e l’Ats di Bergamo non fa eccezione – si legge in una nota diffusa dai Dem -. Su 1.112.163 assistiti solo 170.606, pari al 15,3 per cento, sono stati attualmente vaccinati ed è il quarto dato peggiore della Lombardia, dove peggio fanno solo le Ats Valpadana, di Brescia e di Pavia. Il dato peggiore in assoluto, anche rispetto alle altre province, è quello della categoria anagrafica da 60 a 64 anni, per i quali in quest’anno di pandemia la vaccinazione era stata fortemente consigliata: è stato immunizzato solo il 6,4 per cento. Bisogna considerare che per le categorie target, ovvero bambini fino a 6 anni e over 60, oltre alle persone fragili, il Ministero della Salute aveva indicato l’obiettivo di copertura ottimale del 95 per cento, con un minimo del 75 per cento».
Alla luce di questi dati e considerando che servono circa tre settimane affinchè il vaccino produca un’immunizzazione, appare evidente che non ci sia più il margine temporale per considerare efficaci le vaccinazioni. «I dati sono impietosi e dimostrano che gli errori compiuti nella fase di approvvigionamento, alla fine, si pagano cari - commenta il consigliere regionale del Pd Jacopo Scandella -. Nella provincia di Bergamo, secondo i dati di Regione Lombardia raggruppati per Ats, hanno fatto il vaccino meno di sei over65 su dieci, ma il Ministero aveva indicato come categorie target anche i 60–64enni e i bambini fino ai 6 anni. Le percentuali sono bassissime e per la cattiva volontà dei cittadini o dei medici di base, ma l’incapacità della Regione di reperire per tempo le dosi necessarie».
La speranza è che le misure di contenimento per il coronavirus si rivelino utili anche per mitigare la circolazione dell’influenza. Il consigliere Scandella attacca però il Pirellone anche su un altro punto: «La mole di vaccini che sono stati acquistati in ritardo e pagati a peso d’oro, anche cinque volte il costo applicato ad altre Regioni che se li erano procurati senza errori. Che fine faranno quelle dosi? Stiamo parlando di soldi pubblici che non devono e non possono essere sprecati. Su questo chiederemo risposte».
A preoccupare è anche l’avvio della campagna vaccinale anti-Covid. «Il ritardo di queste prime giornate non è positivo e inizia a preoccupare - conclude Scandella riferendosi ai dati del Ministero che mettono la Lombardia quindicesimo posto in Italia per numero di vaccinazioni effettuate in percentuale alle dosi ricevute -. Con un misero 3 per cento, la nostra regione è lontanissima dal 45,1 per cento della provincia autonoma di Trento, ma anche dal 37,9 per cento del Lazio».