Strategia anti-Covid

I medici chiedono alla Regione una campagna di vaccini antinfluenzali già da ottobre

L’Ordine delle provincia di Bergamo auspica una migliore organizzazione e lo stoccaggio di una riserva di dispositivi di protezione individuale

I medici chiedono alla Regione una campagna di vaccini antinfluenzali già da ottobre
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Vaccinazione antinfluenzale a partire già dal mese di ottobre, per ridurre episodi febbrili e sospetti diagnostici ed evitare quindi quarantene inutili - attraverso l’individuazione di tempi e spazi idonei in collaborazione con i Comuni. Riorganizzazione del confuso sistema informatico di richiesta dei tamponi e di trasmissione delle relative risposte. Ottimizzazione delle procedure di tracciamento e isolamento di casi e contatti, aggiungendo, all’impegno dei medici di famiglia, l'intervento rapido del Dipartimento di Igiene e prevenzione sanitaria. Stoccaggio di una riserva di dispositivi di protezione individuale, mascherine in primis, per la fornitura immediata ai medici e agli altri operatori sanitari del territorio per consentire, in caso di ripresa pandemica, la necessaria e indispensabile attività. Sono questi i quattro punti salienti della strategia chiesta ad Ats e Regione dal Consiglio dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Bergamo per affrontare un’eventuale ritorno del Covid19 in autunno.

Sull’attuale funzionalità di Ats, però, vengono confermati i dubbi.

«L’Ordine, in quanto ente pubblico sussidiario dello Stato – si legge nel comunicato dffuso dall’Ordine dei Medici di Bergamo - ribadisce la piena disponibilità a collaborare con le Istituzioni, segnalando però che le attività indicate - di specifica competenza dei dipartimenti dell'Ats - possono essere sviluppate solo con la piena funzionalità dei servizi e dei diversi livelli di responsabilità dell’agenzia. In mancanza di questi – come si sta verificando in questa fase - i tavoli di condivisione presso Ats hanno un significato meramente formale, senza quindi una reale capacità operativa. Pertanto l’Ordine chiede a Regione Lombardia e ai sindaci dei Comuni della Bergamasca un intervento urgente per sanare le criticità segnalate e consentire la ripresa di una adeguata capacità organizzativo-programmatoria, fondamentale in questo momento difficile per il nostro sistema sanitario e per la società civile tutta. E in attesa di tale intervento ritira i propri delegati dai tavoli di condivisione».

E il presidente dell’ordine, Guido Marinoni, non lesina le critiche.

«Siamo profondamente preoccupati per la situazione venutasi a creare nell’Ats di Bergamo, dove la revoca dell’incarico al direttore del Dipartimento di Cure primarie, Roberto Moretti - a cui, come espresso anche dai sindacati medici, va la stima per la qualificata e intensa attività svolta durante la pandemia - ha fatto seguito, dopo poco tempo, alle dimissioni di Pietro Imbrogno, direttore del Dipartimento di Igiene e prevenzione sanitaria. In questi mesi non c’è stata da parte della direzione strategica dell’Ats una volontà di collaborazione, né di vicinanza - neppure formale - alla categoria dei medici, colpita da gravissimi lutti nell’adempimento del dovere. La progettualità espressa ad oggi da Ats, sulla base di affollati gruppi di lavoro, ricompresi negli acronimi Ugoretec (Unità di governo delle reti territoriali Covid) o Agorete (Alleanza per il governo delle reti territoriali) è priva di reale capacità operativa. E non può essere diversamente se vengono meno gli adeguati riferimenti di responsabilità tecnica nella struttura aziendale. Auspichiamo quindi un cambiamento immediato, non vogliamo essere identificati tra i responsabili di decisioni formate in assenza di un adeguato supporto tecnico gestionale».

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