manca però un piano

I medici di base pronti ad aiutare con le vaccinazioni: a Bergamo sarebbero circa 400

Secondo Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo, i medici di famiglia potrebbero garantire circa 9.600 somministrazioni in più alla settimana

I medici di base pronti ad aiutare con le vaccinazioni: a Bergamo sarebbero circa 400
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Per poter imprimere una decisa accelerazione alla campagna vaccinale servono due cose: vaccini, in primis, e il personale medico e infermieristico. Un aiuto potrebbe arrivare in questo senso dal coinvolgimento dei medici di medicina generale: calcolatrice alla mano Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici bergamasco, ha spiegato all’Eco di Bergamo che se si impiegassero i medici di famiglia si potrebbero garantire circa 9.600 somministrazioni in più alla settimana.

Medici di base in auto degli hub vaccinali

Quel che manca al momento è un piano che ne coordini lo spiegamento, ma dei 650 medici attivi circa 400 potrebbero aderire alla campagna di profilassi, dando una propria disponibilità di massima di quattro ore la settimana (in aggiunta alle normali prestazioni ambulatoriali). Una risorsa preziosa, che potrebbe andare a potenziare gli hub presenti in provincia gestiti dalle Asst, che ora però sono anche alle prese con il nuovo aumento dei ricoveri in ospedale, anche in area critica. Un ulteriore spinta alla campagna sarà possibile quando i medici di base avranno a disposizione nei propri ambulatori vaccini monodose e che non necessitano di particolari temperature per poter essere conservati.

Le critiche dei sindacati

Ad ogni modo, il piano vaccinale lombardo continua ad essere oggetto di attacchi da parte delle sigle sindacali, soprattutto di quelle che rappresentano i pensionati. Emilio Didonè, segretario generale di Fnp-Cisl Lombardia, in un tweet ha sottolineato come la Regione sia «sempre più in preda a convulsioni organizzative particolarmente difficili da comprendere. In Lombardia sono iniziate le vaccinazioni per “casta e categorie più forti” – denuncia il sindacalista -. Si vaccina prima giovane 40enne rispetto a vecchio 90enne. Ma il Governo Draghi non aveva promesso un unico criterio per evitare le vaccinazioni per casta, prima i più fragili e a rischio?».

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