Omicidio di Terno

Identificati i ragazzini minacciati a Chignolo da Sangare: non hanno parlato perché temevano ritorsioni

Il killer aveva avvicinato uno dei due chiedendogli della maglietta, poi aveva mostrato loro il coltello usato in seguito per il delitto

Identificati i ragazzini minacciati a Chignolo da Sangare: non hanno parlato perché temevano ritorsioni
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Identificati a Chignolo d'Isola i due ragazzini minacciati da Moussa Sangare, l'assassino di Sharon Verzeni, la notte dell'omicidio: uno di loro è già stato ascoltato dai carabinieri in caserma ieri (martedì 3 settembre) e ha confermato le dinamiche dell'incontro così come riferite anche dall'arrestato.

I ragazzi temevano ritorsioni del killer

Si tratta di 15enni del paese che, circa venti minuti prima del delitto, erano stati avvicinati dal 31enne di Suisio, che passava in bicicletta. Attirato dalla maglietta del Paris Saint Germain di uno di loro, gli aveva fatto i complimenti, chiedendogli se fosse originale. A quel punto il minore, sospettando che lo stesse domandando perché aveva intenzione di rapinarlo, nel tentativo di farlo desistere aveva risposto che in realtà era tarocca.

Dopo, Sangare sarebbe rimontato sulla due ruote, per poi estrarre il coltello, lo stesso usato in seguito per commettere il fatto, e lo aveva mostrato senza dire niente ai giovani. Infine, si era allontanato pedalando alla volta di Terno, dove sarebbe avvenuta la tragedia. Com'è noto, nonostante l'appello lanciato anche dalla Procura affinché si facessero avanti come testimoni, non si erano mai presentati. Si è riusciti ad arrivare a loro dalle immagini delle telecamere.

Il ragazzo, sentito la scorsa giornata dai carabinieri, ha spiegato che nei giorni successivi avevano capito che il killer di Sharon poteva essere proprio lui, ma avevano deciso di non parlare su consiglio dei genitori, per evitare possibili ritorsioni. L'altro minorenne dovrebbe essere sentito nei prossimi giorni.

Sequestrati oggetti nell'appartamento di Suisio

Nel pomeriggio di lunedì 2 settembre scorso, invece, durante il sopralluogo dei Ris nell'appartamento occupato da Sangare a Suisio, in via San Giuliano 19, si sono sequestrati una serie di oggetti ritenuti utili alle indagini. Tra questi, pezzi di bici, alcuni dei quali potrebbero essere anche della due ruote usata per l'omicidio e potrebbero quindi avere delle tracce di sangue della vittima. Pare che comunque Sangare fosse solito smontare e rimontare bici nel locale, trovato in uno stato di totale disordine.

Gli inquirenti hanno inoltre sequestrato degli abiti e monili in stile trapper ed effettuato rilievi delle impronte digitali, in particolare sulla finestra dalla quale entrava e usciva dall'appartamento, dato che non ne aveva le chiavi. A essere impiegato dagli investigatori anche il luminol, per rilevare eventuali tracce di sangue, considerato che prima di seppellirla vicino all'Adda a Medolago, l'assassino aveva tenuto l'arma in casa, nascondendola sotto il divano.

Rilievi dei Ris alla finestra dell'appartamento di Suisio
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