Quella delle villette abusive ad Aviatico è una storia lunga quasi quindici anni: realizzate sul crinale verde della frazione Ganda, sono al centro di una questione giuridica parecchio complessa. A tornare sull’argomento, recentemente, è stato il deputato bergamasco Devis Dori di Alleanza verdi e sinistra, con un’interrogazione a risposta scritta rivolta ai ministri.
Queste villette, come riporta Corriere Bergamo, sono state edificate nel 2011 (ma una prima segnalazione, da parte di un anonimo cittadino, risale addirittura al 2009) e nel 2017 dichiarate da demolire, non prima di essere passate sotto l’occhio attento di giudici e tribunali, arrivando perfino in Europa.
«È assolutamente incredibile» si legge nell’interrogazione del deputato Dori, che ha sottolineato come il caso sia «emblematico della necessità di assicurare la tempestiva ottemperanza degli ordini o delle ingiunzioni di demolizione, al fine di scongiurare il rischio di un aggravamento del danno arrecato al patrimonio paesaggistico e naturalistico del nostro Paese». Prosegue, poi, l’interpellanza con la richiesta ai ministri se «siano a conoscenza dei fatti esposti e se non intendano adottare iniziative di competenza, anche di carattere normativo».
In complesso intreccio giuridico
Tutto ha inizio nel 2014: i sei imputati, condannati per abuso edilizio, vengono assolti in una prima sentenza penale. Si tratta dei due proprietari, Felicita Merelli e il figlio Roberto Noris, del progettista Carlo Vescovi, del segretario comunale Giuseppe Ferrari, del sindaco di allora Stefano Dentella e del tecnico Michele Villarboito. Due anni più tardi, l’Appello riporta la questione a galla per Merelli, Noris, Vescovi e Villarboito, che l’anno successivo vengono condannati dalla Cassazione – Villarboito, che nel frattempo era diventato sindaco, anche per abuso d’ufficio.
Poi ci sono le cause al Tar e al Consiglio di Stato, che ha dato ragione a Noris ma basandosi su elementi «parziali». Il Comune, nel 2018, ha emesso un’ordinanza di demolizione per le tre villette per dare seguito alla condanna definitiva, ma i proprietari hanno fatto ricorso con il proprio avvocato alla Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) di Strasburgo per fermare il tutto.
Anche se Tar e Consiglio di Stato hanno dato nuovamente ragione a Noris per la sospensione dell’ordinanza comunale di demolizione, per il verdetto del Cedu bisognerà attendere ancora un po’. Nel frattempo, la Procura generale ha mosso un’ingiunzione – come riporta Corriere Bergamo – chiedendo un incidente di esecuzione, ma Corte d’appello e Cassazione rimangono fermi: le villette vanno demolite.
Si sa già come buttarle giù
Anche il Wwf ha inoltrato, negli anni, una memoria attraverso il proprio avvocato, con l’obiettivo – chiaramente – opposto. Una posizione condivisa anche dall’Avvocatura di Stato. Chi ha in mano le redini è la pm Giulia Labia della Procura generale della Corte d’appello di Brescia: è lei il magistrato a cui spetta il sì oppure il no alla demolizione, a prescindere da quello che dirà la Cedu.
La procedura di demolizione dovrebbe essere già, ormai, definita. Nel 2021 la pm inviò ad Aviatico il Genio civile, ma i mezzi non riuscirono a percorrere le strette strade. Così si rivolse a due imprese bergamasche, di cui raccolse i preventivi. Per i costi, dipende: o pagherà lo Stato, in base al Testo unico in materia di spese di giustizia, oppure il Comune attingendo a un fondo apposito della Cassa depositi e prestiti. Ma entrambi potrebbero anche rivalersi sui proprietari, o sui condannati.