Una fine triste

Il clochard morto a Castel Sant'Angelo era di Valbrembo. Nel 2003 aveva ucciso un'anziana

Giorgio Arzuffi aveva lasciato la nostra provincia anni fa. In Sardegna, insieme alla compagna di allora, strangolò una 83enne. Nel 2012 fu scarcerato e andò a Roma

Il clochard morto a Castel Sant'Angelo era di Valbrembo. Nel 2003 aveva ucciso un'anziana
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Una fine triste e silenziosa quella di Giorgio Arzuffi, settantenne originario di Valbrembo. È lui infatti il clochard trovato morto nella mattinata di ieri, giovedì 1 settembre, intorno alle 7 a Castel Sant’Angelo, Roma, stroncato da un malore.

Il fatto è stato riportato dal Corriere della Sera Roma: a trovare l'uomo, riverso su un muretto, è stata una guardia che si occupa di aprire i cancelli dei giardini del monumento, che ha poi chiamato il 118. A nulla è servito l’intervento dei sanitari, i quali non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Il corpo è stato prima portato in obitorio e, dopo il nulla osta del magistrato, è stato restituito alla figlia, rintracciata dai Carabinieri della stazione di San Pietro, affinché si possa celebrare il funerale.

Un passato torbido, quello di Arzuffi. A Valbrembo lo ricordano come un uomo tranquillo che, dopo aver fatto per un po’ il pasticcere a Paladina e aver lavorato in un bottonificio del suo paese, era però sparito, dicendo di volersene andare. Il suo nome è spuntato tempo dopo sulle pagine di cronaca dei giornali della Sardegna, dove era andato a vivere: nel 2003, Arzuffi venne arrestato insieme alla compagna Francesca Loche, con la quale condivideva il problema dell’alcolismo, con l’accusa di aver strangolato il 24 dicembre una parente di quest’ultima, Giovanna Pelleu, di 83 anni, il cui cadavere era stato poi gettato in un burrone.

I motivi dell'omicidio pare fossero legati al fastidio che la presenza della donna generava in casa. Condannato a sedici anni sulla base di numerose prove (macchie di sangue su vestiti e in macchina, oltre alla confessione), con rito abbreviato, nel 2012 venne però scarcerato. A quel punto, non sentendosela né di tornare in Bergamasca né di rimanere in Sardegna, Arzuffi fu accolto dall’Opera di San Giustino in via della Giustiniana, a Roma.

All’inizio dell’estate, però, aveva deciso di abbandonare la comunità, andando a vivere come altri senza fissa dimore nei giardini di Castel Sant’Angelo. La zona è illuminata e poteva chiedere l’elemosina ai turisti, dormendo su degli stracci logori. I volontari che aiutavano da quelle parti avevano avuto anche modo di conoscerlo.

Stando a quanto riportato dal Corriere, già mercoledì sera Arzuffi non si sentiva molto bene, tant’è che qualcuno, impietosito, gli aveva lasciato un po’ di pane e dell'acqua. Purtroppo, però, Arzuffi è morto appena 24 ore dopo, nell’indifferenza generale.

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