Il futuro secondo Mark Zuckerberg

La rivoluzione di Mark Zuckerberg è appena cominciata. L'inventore di Facebook infatti non intende delimitare il raggio del proprio operato e della propria missione al solo implemento dei suoi social network: Zuckerberg vuole creare una vera e propria realtà digitale, complementare a quella materiale e che, in un certo senso, la perfezioni. È uno degli spunti che emergono da un'interessantissima intervista che Mark ha rilasciato alla rivista tedesca Welt am Sonntag, (qui la traduzione in inglese) in cui espone la sua visione della tecnologia e di come questa diverrà sempre più il tessuto costituente delle trame della nostra vita di tutti i giorni: «L'intelligenza artificiale cambierà la società». Un futuro in cui, per dire, Zuckerberg si immagina che le persone comunichino fra di loro pressoché esclusivamente via chat.
Il futuro secondo Mark. La realtà virtuale è una scommessa che verrà vinta, esordisce Zuckerberg, e proprio lui vuole rendersi uno dei principali alfieri della definitività di questa rivoluzione, che si baserà fondamentalmente su due “trend”, come li definisce lui: la volontà delle persone di avere sempre più possibilità per esprimersi e la creazione di piattaforme informatiche sempre più potenti. Entrambi questi trend avranno uno sviluppo che avverrà (anzi, sta già avvenendo) per gradi: «Se pensiamo a com'era Internet dieci anni fa, la gente condivideva e utilizzava soprattutto testi. Attualmente, moltissime foto. Io credo che il prossimo passo saranno i video, in quantità sempre maggiore. In questo modo, però, non si sarà ancora giunti alla fine. In futuro vorremo riprendere un intero scenario, un'intera stanza ed entrarvi dentro. Si vorrà trasmettere dal vivo, in streaming, quello che si sta facendo, si faranno interagire le persone in questo spazio». Analogamente, per quanto riguarda i supporti, «abbiamo cominciato con server grandi come grattacieli, che potevano essere utilizzati solo con una specifica preparazione professionale. Poi è venuto il pc, che conteneva l'intero grattacielo, ma la gente non lo ha utilizzato davvero, anche se poteva fare una gran quantità di cose. Poi è arrivato il telefono-computer, che la gente ama, quasi tutti ne hanno uno. Ma è comunque un po' macchinoso tirarlo fuori dalla borsa, e il suo schermo è piccolo e poco “immersivo”. Credo davvero che in futuro ogni dieci o quindici anni arriverà una nuova piattaforma informatica. La realtà virtuale è attualmente il candidato più promettente».
Internet.org is made up of many different approaches to connecting the world. My focus at Mobile World Congress in...
Pubblicato da Mark Zuckerberg su Martedì 23 febbraio 2016
La realtà virtuale che ci conquisterà. Connettività, intelligenza artificiale e piattaforma informatica: sono i tre grandi concetti su cui ruoterà la rivoluzione virtuale pronosticata da Mark; anzi, non solo pronosticata, dal momento che lui e la sua impresa si sono già messi all'opera per realizzarla. Per quanto riguarda il primo, la connettività, Zuckerberg sostiene che sia assurdo che al giorno d'oggi ci sia ancora più della metà della popolazione mondiale che non abbia accesso alla rete: “Se si vive in un luogo senza buone scuole, Internet è la via migliore per accedere a una gran massa di materiali didattici. Ma è anche la via migliore per accedere all'assistenza sanitaria, se non c'è un buon medico”. Rispetto all'intelligenza artificiale, Mark se ne aspetta un corposo sviluppo soprattutto come risposta a necessità a cui l'uomo da solo non riesce a far fronte completamente: meno incidenti grazie ad automobili che si guidano da sé, migliori diagnosi e cure per le malattie, e via dicendo. Infine, una nuova piattaforma informatica che permetterà la realizzazione di tutto questo, a cui lui e il suo team hanno già iniziato a lavorare, e che, dice Mark, richiederà almeno un decennio per essere pronta.
Prevarrà l'uomo o la macchina? A chi avanza delle obiezioni circa questi progetti futuristici, come l'imprenditore Elon Musk che aveva criticato Zuckerberg in quanto artefice di un ribaltamento che porterà l'intelligenza artificiale a dominare sul cervello umano, Mark risponde netto: “Sono soltanto isterie. Penso che in genere tutte le macchine che noi sviluppiamo servano alle persone, altrimenti avremmo davvero combinato un bel guaio. Credo che sarà ancora così...”. L'idea di Zuckerberg è piuttosto semplice, rispetto a questo tema: la tecnologia completerà l'agire umano, non lo soppianterà; dove l'uomo non riesce ad arrivare, lì arriverà la macchina: “Credo che in quest'ambito la gente sopravvaluti ciò che l'intelligenza artificiale è in grado di compiere. Il solo fatto che si possa sviluppare una macchina che può fare una certa cosa meglio di un uomo non significa che essa abbia anche la capacità di apprendere in altri ambiti o di collegare differenti tipi di informazioni e di contesti in modo da riuscire a compiere qualcosa di sovrumano”.