Nel suo quotidiano "Buongiorno"

Il giudice assolve gli atalantini Ma Gramellini gli fa la morale

Il giudice assolve gli atalantini Ma Gramellini gli fa la morale
Pubblicato:
Aggiornato:

Il rapporto tra la tifoseria nerazzurra e la stampa, locale e non, è spesso stato... "movimentato". Gli ultrà, infatti, hanno più volte preso di mira giornalisti ritenuti faziosi e non oggettivi nei momenti in cui scrivevano di loro. Tra i professionisti della carta stampata che, negli anni, si sono più duramente scontrati con un'estesa frangia della tifoseria orobica c'è sicuramente Roberto Pelucchi, ex L'Eco di Bergamo e oggi a La Gazzetta dello Sport. Martedì 5 aprile, a interessarsi a questo movimentato rapporto, è stato niente meno che Massimo Gramellini, stimata penna (e vicedirettore) del quotidiano La Stampa, oltre che volto noto della tv poiché presenza fissa a Che tempo che fa di Fabio Fazio.

I fatti e la decisione del giudice. Nel suo quotidiano "Buongiorno" pubblicato sul sito del giornale torinese, Gramellini si è infatti concentrato sul caso di Roberto Pelucchi, che aveva denunciato alcuni utenti del sito atalantini.com rei di averlo definito «uomo di m***a» (tralasciando altri epiteti non certo eleganti). Pelucchi, infastidito, era anche intervenuto sul sito dei tifosi nerazzurri per difendere un suo articolo, cosa che non aveva certo migliorato la propria posizione davanti agli inviperiti sostenitori della Dea. La denuncia ha portato alla richiesta di un provvesimento che però il giudice ha rigettato, spiegando che «in ambito sportivo un insulto generico ci può stare». In altre parole, la giustizia ha ritenuto che le parole usate da alcuni tifosi dell'Atalanta, sebbene non certo eleganti ed educate, non presentino gli estremi per la configurazione di un reato.

 

???????????????????????????????????????

 

La morale di Gramellini. A quanto pare, però, Gramellini non è d'accordo e nel suo mini-editoriale quotidiano non si tira indietro dal fare la morale ai sostenitori nerazzurri. E pure al giudice. L'apprezzato giornalista scrive:

Un insulto generico, nel ruttodromo del calcio, fa quasi simpatia. Specie se lanciato da ultrà che si nascondono dietro nomi di facciata. Un accorgimento - scrive il giudice - che «toglie carica all’insulto rispetto alle offese fatte con nome e cognome». Se dunque vi assale la voglia di mandare genericamente a stendere qualcuno, non frenate l’istinto. Riempitelo pure di m., purché a volto coperto e senza declinare le vostre generalità. Va inoltre considerato che il Pelucchi era intervenuto su quel sito per difendere un suo articolo. Decisione che il giudice considera quantomeno imprudente. «Chi si mette a correre per strada durante la festa di Pamplona non può lamentarsi più di tanto se qualche toro finisce per incornarlo». Che sarebbe un consiglio saggio, se provenisse dal gargarozzo di una vecchia zia. Mentre chi parla è uno che in teoria dovrebbe fare rispettare le leggi.

Insomma, per Gramellini il giudice non avrebbe svolto il suo compito di garante del quieto vivere sociale. Ma c'è di più: in un altro passaggio del suo "Buongiorno", il giornalista sembra quasi stupito del fatto che Bergamo... abbia un giudice. Scrive: «Ma il giudice di Bergamo, perché c’è un giudice a Bergamo, ha rigettato la richiesta con poche ma definitive parole». E in questo ci permettiamo, umilmente, di correggere Gramellini: a Bergamo non c'è un giudice, ma ce n'è più di uno. E tutti loro, nel bene e nel male, cercano di fare il loro mestiere. Come ben sa chi vive la nostra città quotidianamente, il Tribunale non è mai stato clemente con gli ultrà e di certo non si può dire che abbia mai fatto favori alla frangia più calda della tifoseria nerazzurra. Se, nel caso di specie, il giudice ha ritenuto non ci fosse alcun reato, forse sarebbe il caso di farsene una ragione. Ogni tanto è difficile, lo sappiamo, ma ci si può provare.

Seguici sui nostri canali