La classifica Jacdec

Il mezzo di trasporto più sicuro è l'aereo, garantiscono gli studi

Il mezzo di trasporto più sicuro è l'aereo, garantiscono gli studi
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Una ventina d’anni fa i Radiohead cantavano: «In a fast german car / I'm amazed that I survived» (In una veloce auto tedesca / sono sorpreso di essere sopravvissuto). Paranoia eccessiva? Forse, ma i dati sul numero di feriti e deceduti per incidenti stradali è il più alto in assoluto, ben superiore a quello dei voli aerei. È stata pubblicata recentemente la classifica dei mezzi più sicuri nel 2015, stilata da Jacdec, Aviation Safety Information. Sugli incidenti con altri mezzi, lo studio si limita ai dati europei (probabilmente per mancanza di informazioni complete su certe nazioni), ma dà un responso molto chiaro: i mezzi più pericolosi sono la moto e l’auto: rapportando il numero di morti ai miliardi di chilometri percorsi, si scopre che in motocicletta perdono la vita 13,81 persone ogni miliardo di chilometri, mentre in automobile 0,72. Seguono la nave (0,25), l’autobus (0,07), il treno (0,04) e infine l’aereo (0,03). Insomma, quando volate siete più al sicuro di quando salite su un treno ben piantato per terra.

 

 

Gli incidenti aerei del 2015. I sinistri su scala mondiale nell’ambito dei trasporti aerei del 2015 ammontano a un totale di 495. Di questi, oltre la metà (54 percento) rientrano nella categoria 1, che indica un pericolo scarso o nullo per i passeggeri. Il 36 percento dei sinistri ha visto invece un pericolo di categoria 2, quella degli incidenti gravi che però non si sono trasformati in tragedie. Solo il 10 percento, parliamo quindi di una cinquantina (48) in tutto il mondo, sono stati davvero gravi, con danneggiamenti veri e propri al velivolo e in 11 casi anche delle vittime. Si è rivelato mortale quindi soltanto il 2,2 percento dei sinistri totali, 11 su 495. Se dovesse capitarvi di essere su un aeroplano incidentato, cosa già rarissima, 98 volte su 100 non assisterete a nessun decesso.

I sinistri gravi in calo. Gli 11 voli tragici hanno comportato la perdita di 521 persone, circa la metà rispetto alle 970 del 2014. Il numero delle vittime si è alzato parecchio a causa dell’attentato che ha provocato la morte di 224 passeggeri in volo sopra il Sinai lo scorso ottobre. Si aggiungano poi le 150 vittime del volo Germanwings schiantatosi sulle Alpi francesi nel marzo 2015. Due casi macroscopici quindi, che hanno fatto lievitare un dato altrimenti ancora più basso e positivo. Merito sicuramente del progresso tecnologico, che ha fortemente limitato gli incidenti per guasti tecnici; la variabile decisiva è quella umana.

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Le cause principali. Dei 48 casi con danni irreparabili, 28 di essi hanno visto protagonisti piccoli velivoli regionali da 75 posti al massimo. I fattori scatenanti sono diversi: dalla dimensione delle piste (a volte troppo piccole), alle condizioni atmosferiche, all’utilizzo di velivoli datati. Questi problemi si sono verificati soprattutto in Nepal e in Indonesia. In 33 casi il sinistro è stato causato da un’incursione in pista: due aerei che si incrociano sul medesimo tracciato in fase di decollo o atterraggio, oppure movimenti di volo errati o addirittura atterraggi in aeroporti sbagliati. Oltre ai due gravi incidenti citati, avvenuti in Africa ed Europa, 107 vittime sono da localizzare nella zona asiatico-pacifica, mentre il Nord America conta solo 6 morti, tutti su voli regionali.

I continenti più sicuri. Le aree più virtuose sono il Nord America, il cui ultimo incidente di linea risale al 2013, e il Medio Oriente (India inclusa), dove si sono contate 4 vittime in tutto il 2015. Nessun decesso sui voli dell’America Latina e sulle rotte dell’Eurasia (stati ex sovietici). Per quanto riguarda l’Europa, il caso dell’incidente sulle Alpi francesi è stato approfondito a dovere dai media. Si è trattato di un episodio davvero insolito e particolare, nel quale i disturbi psichici del copilota hanno giocato un ruolo fondamentale. Difficilmente ricapiterà un problema simile, questo è certo.

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