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Il Ministero della Salute nega qualsiasi deroga a livello provinciale per Bergamo

La richiesta era stata avanzata dal sindaco e dal presidente della provincia. La Cabina di regia ha però dato un parere negativo

Il Ministero della Salute nega qualsiasi deroga a livello provinciale per Bergamo
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Dal Ministero della Salute arriva un no secco alla richiesta avanzata dal sindaco Giorgio Gori e dal presidente della provincia Gianfranco Gafforelli a prevedere possibili deroghe per la Bergamasca. Nonostante i numeri della nostra provincia siano del tutto assimilabili a quelli delle aree che si trovano in zona gialla, se non addirittura migliori, la diffusione del contagio e la velocità con cui si propaga la pandemia non concederebbero un allentamento ulteriore delle restrizioni.

La notizia è passata un po’ sotto traccia dopo le polemiche scoppiate tra Roma e il Pirellone per un errore nel calcolo dell’indice Rt, che ha costretto i lombardi a una settimana di zona rossa senza che ce ne fossero i presupposti. Tuttavia, nel verbale della Cabina di Regia, ripreso dal sito Social Bg, si legge che, presa visione della richiesta pervenuta, non è possibile «applicare il sistema di classificazione del rischio che si basa sul combinato disposto di probabilità, impatto e resilienza previsto al DM Salute del 30 aprile 2020 ad un livello territoriale diverso da quello Regionale».

Di conseguenza, viene scartata sia l’ipotesi di una possibile gestione della diffusione dei contagi a livello provinciale, sia un’applicazione delle limitazioni in aree sub-regionali. «In considerazione della elevata mobilità intra provinciale e regionale – prosegue il verbale -, della circolazione del virus non solo in tutta la Regione ma anche in tutti i territori richiedenti con livelli di incidenza molto diversi in aree contigue, dell’incidenza complessivamente elevata nella Regione Lombardia e dell’impatto ancora molto elevato dell’epidemia sui servizi sanitari, considerata la impossibilità di questa cabina di regia di valutare in modo puntuale la resilienza a livello sub-regionale, in linea generale si ritengono non esenti da rischi, eventuali rilassamenti localizzati delle misure in questa fase epidemica».

Una frammentazione delle misure di mitigazione, conclude il verbale «rischia di compromettere gli sforzi per ridurre la trasmissione in un momento in cui rimane critico controllare una epidemia diffusa in tutto il Paese con livelli di incidenza settimanali >50/100,000 abitanti in tutte le Regioni/PPAA».

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