di Laura Ceresoli
Il vestito da sposa di Pia, 89 anni, è di un bel taffetà colore écru, bordato di pizzo. Non è un abito pretenzioso, arriva appena sotto il ginocchio e si accompagna a un paio di guanti di seta dello stesso colore.
Sono passati 73 anni, da quando Pia l’ha indossato, per la prima e unica volta: «Avevo diciotto anni quando mi sono sposata. In chiesa, s’intende. Mio marito si chiamava Mario, era un giovane bello e alto, che purtroppo è morto pochi anni dopo per una brutta infezione. Una di quelle cose che oggi si curano con l’antibiotico, ma che a quei tempi ti portava via».
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Un abito, dei ricordi. Possono trascorrere decenni, ma ogni donna associa il vestito con cui si è sposata a memorie lontane. È quanto accaduto alla Residenza sanitaria assistenziale San Paolo di via Trento ad Azzano, dove domenica 28 maggio è stata organizzata una sfilata di abiti da sposa non convenzionale.
I vestiti sono infatti quelli originali indossati dalle anziane ospiti della casa di riposo nel giorno del loro fatidico sì. Durante questo speciale evento pomeridiano, le operatrici sanitarie e le volontarie si sono trasformate in modelle d’eccezione.
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A ognuno di questi diciannove abiti era legata l’emozione del giorno più importante. Sono così riaffiorati aneddoti e storie del passato che hanno toccato le più profonde corde emotive delle degenti.
«Mio padre aveva della terra – racconta Paola, 87 anni – e anche se non era ricco, ci teneva che io fossi elegante (…)