Omicidio di Terno

Il pm chiede l’ergastolo per Moussa Sangare: «Uccise Sharon per capriccio, scelse una persona indifesa»

Per il magistrato «le prove sono granitiche, anche se ora ha ritrattato la confessione». I filmati e le simulazioni col manichino

Il pm chiede l’ergastolo per Moussa Sangare: «Uccise Sharon per capriccio, scelse una persona indifesa»

Un delitto assurdo, quello compiuto da Moussa Sangare, il killer reo confesso di Sharon Verzeni, assassinata a coltellate a Terno d’Isola nella notte tra il 29 ed il 30 luglio 2024, in via Castegnate.

Una vicenda che aveva profondamente scosso la Bergamasca, soprattutto perché, quando il colpevole fu catturato, venne fuori che l’aveva fatto in pratica per noia, senza un reale movente. per questo, il pm Emanuele Marchisio oggi (martedì 16 dicembre) in Aula, nel corso del processo, ha chiesto per il 31enne la massima pena possibile, l’ergastolo.

Le aggravanti per l’omicidio

Nella sua requisitoria, a sostenere la sua richiesta alla Corte, il magistrato ha avanzato le aggravanti della minorata difesa, della premeditazione e, appunto, dei futili motivi. Già, perché secondo quanto dichiarato dallo stesso imputato, nel corso di ben tre interrogatori prima con i carabinieri, poi con il procuratore e infine con il gip, l’idea di commettere l’omicidio sarebbe maturata in un contesto di inedia.

In sintesi l’avrebbe fatto perché, senza un lavoro e passando il tempo a guardare film e assumere stupefacenti, nell’appartamento che aveva occupato illegalmente a Suisio, a un certo punto si era sentito dell’umore di compiere il delitto.

Era in un certo «mood», come lo chiamava lui, in un gergo da aspirante rapper-trapper, che aveva partecipato a qualche progetto in passato ma che, come era venuto fuori, in realtà non aveva mai sfondato. La voglia di uccidere, prendendo diversi coltelli e poi scegliendone uno per aggredire, con diversi fendenti, la povera Sharon in strada, l’aveva ricollegata alla visione di una pellicola.

Tutte affermazioni che poi vanno collocate in un certo contesto, come quella per cui, prima di individuare la ragazza come bersaglio, aveva simulato il gesto di tagliare la gola con l’arma su una statua, presente in un parchetto nel paese dell’Isola. Oppure quella resa durante il processo, quando a un certo punto ha ritrattato tutto, sostenendo di essere stato solo testimone dell’omicidio e di essere fuggito per paura.

Il pm: «Prove granitiche»

Una versione molto poco credibile, secondo l’Accusa, l’ultimo tentativo di una personalità narcisista di tirarsi fuori dai propri guai giudiziari. Per gli psichiatri, del resto, è pienamente capace d’intendere e di volere, un killer diventato tale in cerca di emozioni forti. Il pm Marchisio, come riportato da L’Eco di Bergamo, ha definito «granitiche» le prove a disposizione della Procura, parlando di «una vita umana spezzata per capriccio» ed esprimendo sorpresa per il comportamento di Sangare, il quale «dopo aver confessato, in un breve sussulto di dignità, ritratta assumendo un atteggiamento al limite del canzonatorio».

Nell’udienza, il procuratore ha anche scartato categoricamente tutte le altre ipotesi che gli investigatori avevano considerato in quel mese di indagini: in effetti, era venuto fuori davvero di tutto, con teorie che erano state anche ingigantite dai media, ma che poi si erano rivelate prive di fondamento. Tra queste, la probabile vendetta di uno spacciatore, l’amante geloso o la setta, cioè Scientology, perché Sharon aveva partecipato ad alcuni loro incontri. Marchisio ha inoltre ricostruito il percorso compiuto dalla vittima e dal suo carnefice, mostrando i filmati delle telecamere (il risultato della visione, da parte dei carabinieri, di 14mila ore di sequenze).

Ha anche raccontato che i militari avevano messo, addosso a un manichino, i vestiti ritrovati nell’Adda su indicazione dell’imputato, che li aveva gettati nella zona di Medolago, per vedere la somiglianza con l’individuo ripreso quella notte dalle telecamere. A suo giudizio, la corrispondenza tra le due sagome è netta. Bisognerà aspettare su questo e gli altri aspetti l’esposizione della Difesa, il prossimo 12 gennaio, con lettura della sentenza fissata per il successivo 19 gennaio.