Il punto sulle morti sospette a Piario Le prime autopsie giovedì prossimo
La mattina di venerdì 18 dicembre, i Carabinieri si sono presentati all’ospedale Locatelli di Piario (struttura facente parte dell’Azienda Ospedaliera Bolognini Di Seriate) con un mandato teso al sequestro di decine e decine di cartelle cliniche di pazienti deceduti nell’arco del 2015. È quel giorno che i media sono venuti a conoscenza dell’inchiesta su cui stava lavorando già da inizio novembre il pm di Bergamo Carmen Pugliese e partita dopo la segnalazione di alcune morti sospette avvenute nella struttura. A denunciare sono stati anche alcuni dipendenti dell’ospedale, insospettitisi davanti a tre casi anomali avvenuti nella notte tra l’1 e il 2 novembre. I sospetti sono diventati vera paura quando il personale si è accorto che dal carrello dei medicinali mancavano tre fiale di Valium.
Le prime fasi dell'inchiesta. Nel registro degli indagati è finita da subito una ex infermiera dell’ospedale, che a dicembre già era stata trasferita in un’altra struttura. Si tratta di Anna Rinelli, 42 anni, residente proprio a Piario e accusata di omicidio preterintenzionale. Secondo le indagini coordinate dal pm Carmen Pugliese, la Rinelli avrebbe iniettato Valium e forse altri farmaci ad alcuni malati ricoverati all’ospedale, si ipotizza per farli dormire fino a mattina. È stato lo stesso direttore sanitario, Giacomo Corica, con il primario e la caposala, a presentarsi in caserma dopo le tre fiale di Valium sparite nella notte tra l’1 e il 2 novembre 2015 e i tre pazienti sui quali contemporaneamente sono state riscontrate anomalie: uno è deceduto, uno è entrato in coma, l’ultimo si è svegliato solo a distanza di 24 ore. Le morti sospette su cui gli inquirenti stanno indagando sono non più di 6, ma il 18 dicembre i Carabinieri hanno sequestrato ben 89 cartelle cliniche di persone decedute dopo il ricovero a Piario.
Dopo che la notizia è finita sulle prime pagine dei quotidiani locali e tra le notizie dei media nazionali, sono stati circa una quarantina i parenti di pazienti della struttura deceduti nell’ultimo anno che si sono presentati al commissariato di Clusone per denunciare delle anomalie. A inizio gennaio erano già 10 le denunce presentate. Secondo gli inquirenti, la Rinelli non avrebbe utilizzato soltanto il Valium, ma anche altri potenti tranquillanti: nel reparto di Medicina dell’ospedale di Piario sarebbero infatti stati utilizzati a grandi dosi, sicuramente molto maggiori rispetto agli anni precedenti, anche altri sonniferi.
[Il pm Carmen Pugliese, che coordina le indagini]
Il pool di esperti e le reazioni dei parenti. Sin dalle prime battute, l’indagine si è rivelata assai complicata. La Procura ha innanzitutto nominato dei periti che spulciassero le cartelle cliniche sequestrate per rinvenire eventuali anomalie: si tratta dei due anatomopatologi Francesco De Ferrari e Andrea Verzelletti del dipartimento di Medicina legale di Brescia, e del tossicologo Angelo Groppi, dell’Istituto di medicina legale di Pavia. Gli stessi esperti compiranno anche le autopsie sui corpi che verranno presto riesumati, passo necessario per appurare la effettiva concretezza delle accuse. Il 19 gennaio la Procura ha dato l’ok all'estumulazione dei primi sei cadaveri di persone morte, nel 2015, nel reparto di Medicina dell’ospedale Locatelli di Piario. La notizia, come riporta L’Eco di Bergamo il 5 febbraio, non è piaciuta ad alcuni parenti dei morti i cui corpi saranno presto riesumati: il ricordo dei cari deceduti è ancora fresco e l’indagine apre ferite non ancora cicatrizzatesi. Tanti, inoltre, non si spiegano perché la Rinelli avrebbe dovuto portare alla morte un loro caro, spesso anziano e malato. Delle sei esumazioni previste, ne avverranno però soltanto cinque: uno dei corpi, infatti, è stato cremato.
Gli altri indagati e le prime autopsie. Nel frattempo, ancora oggi gli inquirenti continuano ad ascoltare testimoni. Sono tante le persone che hanno qualcosa da dire, sospetti da condividere, piccole anomalie che potrebbero risultare utili nelle indagini. Proprio queste testimonianze hanno portato, mercoledì 3 febbraio, alla decisione della Pugliese di iscrivere al registro degli indagati altre 10 persone oltre alla Rinelli. Si tratta della caposala dell’infermiera, una 53enne di Oneta, del primario di Medicina dell’ospedale, un 65enne di Carobio degli Angeli, e di altri 8 medici del reparto (una 54enne di Oneta, un 47enne di Songavazzo, una 52enne di Casazza, un 53enne di San Paolo d’Argon, un 58enne di Montello, un 59enne di Clusone, una 47enne di Seriate e una 46enne di Concorezzo). Se però la Rinelli è accusata di omicidio preterintenzionale, le altre 10 persone finite sul registro degli indagati sono invece accusate di concorso colposo in omicidio preterintnenzionale: più semplicemente, secondo l’accusa, questi soggetti avrebbero dovuto accorgersi delle azioni della Rinelli e del peggioramento delle condizioni di salute di molti pazienti affidati alle sue cure. Tutti loro potranno nominare un perito di parte, il quale avrà la possibilità di partecipare alle autopsie compiute dal pool di esperti nominato dalla Pugliese. Questi fondamentali esami dovrebbero svolgersi a partire da giovedì 11 febbraio. Soltanto se le autopsie su questi primi 5 cadaveri confermeranno le tesi dell’accusa si potrà procedere alla riesumazione di molti altri ex pazienti dell’ospedale di Piario tra gli 89 le cui cartelle cliniche sono state sequestrate dagli inquirenti.
L'interrogazione al governatore Maroni. Intanto anche la politica inizia ad interessarsi alla vicenda. Dopo che il 27 gennaio, attraverso un comunicato stampa, il direttore generale Francesco Locarti della neonata Azienda socio-sanitaria territoriale di Bergamo (ex Asl) è intervenuto sulle indagini in corso, ribadendo l’intenzione di «attenersi al massimo riserbo in costanza di delicate e complesse indagini da parte dell’autorità giudiziaria» e sottolineando come «il presidio ospedaliero di Piario opera regolarmente, assicurando al territorio di riferimento le prestazioni di ricovero, specialistica ambulatoriale e pronto soccorso, coerenti con il proprio assetto organizzativo e rinnova la fiducia al personale che assicura tali prestazioni in un contesto ambientale oggettivamente gravoso», anche il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Dario Violi è intervenuto sul tema, presentando un’interrogazione rivolta al governatore Roberto Maroni per sapere «quale posizione intende assumere» la Regione nei confronti del personale sanitario coinvolto nelle indagini. Violi spiega: «L’indagine ha suscitato grande preoccupazione ed è necessario rendere pubbliche e trasparenti le decisioni eventualmente emanate relative al personale coinvolto nell’inchiesta». Parallelamente, però, Violi chiede anche che vengano «tutelate le professionalità del Locatelli, che hanno sempre operato correttamente per offrire un servizio d’eccellenza».