Renzi: «I morti di Bergamo direbbero: "Ripartite anche per noi"». E Gori non la prende bene
Il sindaco risponde all'intervento tenuto oggi in Senato dal leader di Italia Viva: «Un'uscita a dir poco infelice. Sono certo che lui porti rispetto per le nostre vittime, ma la sua è una frase fuori luogo»
«Mi pare un’uscita a dir poco infelice. Se Renzi voleva rendere omaggio ai nostri morti, il modo per il quale ha optato, ossia coinvolgerli a sostegno della sua proposta di riapertura delle attività economiche, è decisamente quello sbagliato». È la netta presa di posizione del sindaco di Bergamo Giorgio Gori rispetto alle parole pronunciate oggi (giovedì 30 aprile) in Senato da Matteo Renzi.
Il leader di Italia Viva, intervenuto a margine dell’informativa tenuta dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte riguardo alle iniziative del Governo per la ripresa delle attività economiche, era partito proprio dall’enorme prezzo che ha dovuto pagare la Bergamasca in termini di vite umane in questi due mesi e mezzo. «Non siamo dalla parte del Coronavirus quando diciamo di riaprire – aveva evidenziato Renzi -. Pensiamo di onorare quella gente di Bergamo e di Brescia che non c’è più che ci avrebbe detto se avesse potuto parlare “ripartite anche per noi”, perché ha fatto della vita in tutti i momenti un’occasione di sacrificio e di fatica».
Una dichiarazione che però è stata accolta con disappunto Gori. «Immagino volesse sottolineare l’attaccamento al lavoro della gente di Bergamo e di Brescia. Ma sostenere che le vittime del virus, se potessero parlare, “vorrebbero” oggi la riapertura appare purtroppo stonato e strumentale. Sono certo che Renzi ha pieno rispetto del dolore di queste province: quella pronunciata al Senato è però una frase decisamente fuori luogo».