In tre partite tre tiri in porta Tutti i numeri di una Dea spuntata
Seconda sosta del campionato di serie A e primo bilancio stagionale per l’Atalanta di Stefano Colantuono. I nerazzurri sono al penultimo posto in classifica, con 4 punti dopo 6 gare la situazione è decisamente lontana dall’essere rosea ma per capire fino in fondo cosa c’è che non va è giusto appellarsi ai numeri mettendo a nudo tutti i difetti del gruppo.
I report della Lega Calcio forniscono, per ogni partita, una serie di indicazioni di squadra. Le voci sono: possesso palla, angoli, tiri nello specchio della porta, tiri totali, palle giocate, percentuale di passaggi riusciti rispetto al totale, supremazia territoriale (tempo passato nella metà campo avversaria), protezione dell’area di rigore (capacità di difendere la propria porta), attacco alla porta (capacità offensiva) e pericolosità. Quest’ultima voce considera possesso palla, verticalizzazioni, capacità di giungere al tiro e di creare occasioni da rete.
Spiegati gli indicatori considerati, passiamo ai dati reali. L’unica voce in cui l’Atalanta è (mediamente) migliore delle avversarie è quella relativa agli angoli battuti: sono 34 in 6 partite, agli avversari ne sono stati concessi solo 28 e la Juventus è l’unica squadra che nella singola gara ha calciato dalla bandierina più volte rispetto all’Atalanta (3 angoli a 2).
La squadra di Colantuono gioca il pallone poco meno degli avversari (3400 contro 3600, in media sono 567 volte a partita) ma non punge. I tiri nello specchio della porta sono soltanto 18 (3 a partita, uno ogni 30 minuti) contro i 40 delle squadre affrontate mentre la forbice si chiude notevolmente considerando le conclusioni totali: 91 a 72 sempre a favore degli avversari.
Presentati così, i numeri sono decisamente in linea con quanto raccolto in campo e con la sensazione di sterilità che la squadra ha per lunghi tratti lasciato negli occhi di critica e tifosi. L’Atalanta gioca, ci prova ma al massimo batte calci d’angolo. Il portiere avversario è spesso spettatore non pagante, viene impensierito raramente e ci sono gare in cui è capitato solo una volta: contro la il Verona, la Juventus e la Sampdoria (il 50% delle gare giocate) è arrivato infatti solo un tiro nello specchio.
L’ultimo dato, matematico, che sottolinea come sia la fase offensiva il vero problema della Dea riguarda la pericolosità. L’indice misura, da 0 a 100, quanto una squadra fa paura alle avversarie. L’Atalanta si ferma in media a 35,90 mentre le avversarie superano il 53,32. Contro il Verona lo 0-0 è scritto anche in questo dato (29,8 della Dea contro il 30,8 scaligero) mentre contro la Fiorentina è arrivato l’unico sorriso (53,8 a 50,4): tutte le altre 4 sfide, compresa quella vittoriosa sul campo di Cagliari, hanno visto l’Atalanta sconfitta.
Colantuono può ripartire dalla precisione nei passaggi (quasi il 64% del totale in media) ma oltre alla pericolosità vanno migliorati sia la supremazia (solo 10 minuti a partita del tempo effettivo passati nella metà campo avversaria) che la capacità di attacco alla porta (siamo sotto al 44% in media gara). Le statistiche fornite dalla Lega non specificano chilometri percorsi o altri parametri in grado di misurare il dispendio fisico dei giocatori ma basta osservare il grafico qui sotto per comprendere come i nerazzurri combattano molto al centro del campo e in difesa ma pochissimo in attacco.
Nelle prime sei giornate di campionato, l’Atalanta ha subito 8 reti realizzandone soltanto 2. La distribuzione dei gol dimostra come la partenza non è mai stata negativa (anzi, a Cagliari è arrivato il gol spacca 0-0 proprio nel primo quarto d’ora) ma in chiusura di primo tempo e di gara sono ben 6 i palloni che Sportiello ha dovuto raccogliere in fondo al sacco.
Dal punto di vista numerico, la miglior partita stagionale dell’Atalanta è stata quella contro la Fiorentina. Con ben 9 tiri nello specchio della porta (a 6) i ragazzi di Colantuono hanno prodotto il maggior sforzo di questo avvio di campionato e i tiri totali (27) sono addirittura incredibili se rapportati alle gare con Verona (8), Cagliari (7) e Sampdoria (6).
Una gara vibrante, una vittoria sofferta (la squadra di Zeman è stata l’unica a superare il 61% di possesso palla tra le prime 6 avversarie) e quattro sconfitte diverse tra loro ma ugualmente pesanti per la classifica. Un consiglio? Con il 4-3-3 il mister ha la possibilità di attaccare con più ampiezza negli ultimi 30 metri, i terzini sono di gran gamba (sia Zappacosta che Dramè arrivano spesso sul fondo) e l’unica strada per fare gol è quella di aumentare il numero di tiri in porta alzandone la pericolosità. Aspettando il miglior German Denis.