Domenica pomeriggio (28 settembre) un incendio nell’ex casello ferroviario di Romano di Lombardia, in via Fratelli Cairoli, ha “riacceso” la questione dell’abusivismo e del degrado. Negli anni, l’immobile è diventato rifugio per occupazioni illegali e oggetto di operazioni di polizia.
Cosa è successo
Come riportato dai colleghi di Prima Treviglio, domenica il fumo usciva dalle finestre del primo piano, a pochi passi dal Grattacielo di via Duca d’Aosta, costringendo all’intervento immediato i vigili del fuoco. Nessun ferito fortunatamente, ma ancora una volta è emersa la fragilità di una struttura dismessa da tempo e già segnalata più volte come luogo di degrado assoluto. Costruito quando il sottopasso ferroviario non esisteva, il casello è oggi praticamente un guscio vuoto, occupato e abbandonato.
Una storia già sentita
Non è la prima volta che l’edificio finisce al centro delle cronache. Già nel novembre del 2022 la polizia locale, a seguito delle segnalazioni di alcuni residenti, aveva fatto irruzione nello stabile, trovando bottiglie, giacigli di fortuna e sporcizia ovunque, oltre a una discarica improvvisata nel giardino sul retro. Cinque anni prima, invece, era stato scoperto persino un deposito di biciclette rubate.
Le richieste di intervento alla Rfi (Rete ferroviaria italiana), proprietaria dell’immobile – murare gli ingressi, rinforzare le recinzioni – non hanno mai portato a nulla. Così, tra incuria e occupazioni, il casello è rimasto un simbolo di abbandono urbano, e qualcuno se n’è approfittato.
Serve un intervento
Diversi testimoni hanno visto alcune persone uscire poco dopo lo scoppio delle fiamme. Nonostante le segnalazioni e le richieste di mettere in sicurezza l’area, quindi, l’immobile resta accessibile a chiunque.
La vicenda riapre inevitabilmente il dibattito sulla gestione del patrimonio immobiliare dismesso e sul degrado urbano: quello che un tempo era simbolo di un sicuro passaggio ferroviario è oggi simbolo dell’abbandono. Le istituzioni locali chiedono da anni un intervento strutturale, ma l’inerzia burocratica ha lasciato spazio a illegalità, insicurezza e ora anche al rischio incendi. Forse, dopo questo ennesimo incidente, qualcuno farà il primo passo per mettere in sicurezza la struttura.