Nessuna epidemia colposa

Inchiesta Covid, chiesta l'archiviazione anche per Fontana e Gallera

Il governatore lombardo e il suo ex assessore per i pm bresciani non avrebbero commesso il reato contestato

Inchiesta Covid, chiesta l'archiviazione anche per Fontana e Gallera
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Archiviate dalla Procura di Brescia le accuse nei confronti del governatore lombardo Attilio Fontana e dell'ex assessore al Welfare Giulio Gallera, così come degli altri 11 indagati nell'inchiesta per epidemia e omicidio colposi. Per i magistrati, non si configurerebbe l'epidemia colposa, in quanto "reato commissivo" a fronte di contestate omissioni, che però non sono state riscontrate dai pm bresciani che hanno sottolineato come, comunque, dopo il lockdown deciso dal Governo centrale ci sarebbero state proposte per contenere il virus. A riportare la vicenda sono i colleghi di PrimaBrescia.

Nell'approfondimento sulla gestione della prima fase della pandemia, il presidente regionale si era fatto interrogare dal Tribunale dei ministri di Brescia che aveva, per competenza, ricevuto gli atti della procura di Bergamo. In merito alla richiesta di archiviazione, entro il prossimo giovedì 27 luglio dovrà ora pronunciarsi proprio quest'ultimo, che ha già disposto l'archiviazione per l'ex premier Giuseppe Conte e l'allora ministro della Sanità Roberto Speranza.

Gli interrogatori a maggio di Conte e Speranza

L'ex premier e l'ex ministro a maggio erano stati convocati al Tribunale dei Ministri di Brescia, competente per valutare la loro posizione nella gestione dell'emergenza Covid. Dopo una mattinata nel corso della quale manifestanti no Vax e no Green Pass si erano assiepati davanti al tribunale, Conte e Speranza erano giunti alle 14. Per loro era stato pensato un ingresso secondario, al fine di evitare le domande dei giornalisti.

Al termine, i cronisti avevano potuto parlare con gli avvocati difensori di entrambi. Tra le motivazioni per le quali erano indagati, quella legata alla mancata istituzione di una zona rossa per isolare i comuni di Nembro e Alzano Lombardo. A ciò si aggiungeva, inoltre, l'accusa di mancata applicazione di un piano pandemico. Conte aveva risposto a tutte le domande, ricostruendo quanto accaduto nel periodo che va dal 26 febbraio al 6 marzo 2020. Anche Speranza aveva replicato a tutte le questioni formulate, evidenziando come quanto fatto era stato deciso nel rispetto delle norme.

Le posizioni al vaglio del Tribunale dei Ministri

Sono in tutto 13 le posizioni su cui il Tribunale dei Ministri deve esprimersi. Per il capitolo relativo alla zona rossa sono il governatore Fontana e gli allora membri del Cts: il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro; il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli; l’ex coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo; l’allora direttore generale della Prevenzione del ministero Claudio D’Amario; il segretario generale del ministero Giuseppe Ruocco; Mauro Dionisio; Giuseppe Ippolito; Francesco Maraglino; Andrea Urbani. Per il fronte del piano pandemico: l’ex assessore Gallera e il suo direttore generale Luigi Cajazzo, l’ex capo della Protezione civile Angelo Borrelli e ancora Brusaferro, Miozzo e D’Amario.

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