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Inchiesta Covid, chiesta l'archiviazione per il filone su Alzano. I familiari delle vittime: «Il caso non è chiuso»

«C'è chi ha parlato di “resa dei conti”, come se la Procura non credesse più nel lavoro svolto e nei reati individuati. Non è così»

Inchiesta Covid, chiesta l'archiviazione per il filone su Alzano. I familiari delle vittime: «Il caso non è chiuso»
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All’indomani della notizia che riguarda la richiesta di archiviazione dell’inchiesta Covid sul caso dell’ospedale di Alzano Lombardo, i familiari delle vittime riuniti nell’Associazione #Sereniesempreuniti tornano a far sentire la propria voce. In particolare, invitano ad aspettare prima di ritenere la questione chiusa dal punto di vista giudiziario.

«Qualche giornale ha menzionato la richiesta di archiviazione come un “resa dei conti”, come se anche la Procura madre della maxi indagine chiusa a marzo 2023 non credesse più nel lavoro svolto e nei reati individuati - ha dichiarato l'associazione oggi (lunedì 13 maggio) -. Non è così secondo i familiari».

Il commento dei familiari

Proprio loro, dal direttivo hanno commentato: «Il capitolo sull’ospedale di Alzano Lombardo ha poi portato ad individuare responsabilità che hanno riguardato Ministeri, la Presidenza del Consiglio e alti funzionari.

Tutti archiviati dal Tribunale dei Ministri di Brescia, contro cui non si può fare opposizione. Perciò crediamo che la richiesta di archiviazione in merito ai reati di epidemia colposa e omicidio colposo nei confronti di Francesco Locati, allora direttore generale dell’Asst Bergamo Est, del direttore sanitario Roberto Cosentina e di Giuseppe Marzulli, ex direttore medico, sia abbastanza logica. Restano però in piedi altri filoni della maxi indagine di cui continuiamo a fare memoria, perché per noi e i nostri legali ha ancora senso crederci».

Ancora aperto filone su piano pandemico e falso

Come specificato dall'avvocato Consuelo Locati, del team di legali, si attende la notifica della richiesta di archiviazione a quelli, tra i familiari, che sono stati individuati come persone offese, cioè che avevano presentato l’esposto nel 2020. «Hanno chiesto di essere notiziati di un’eventuale richiesta di archiviazione - ha spiegato -. Si tratta comunque di un filone marginale rispetto a quello, più importante, riguardante il piano pandemico e il falso, che ancora non è stato archiviato. L’udienza di discussione è stata fissata a Roma il 20 giugno. Pertanto è chiaro che non possa essere paragonata, ad esempio, la posizione del dottor Marzulli con quella di chi ricopriva incarichi o funzioni ministeriali o equiparate».

Al Tribunale penale di Roma si discuterà dunque l’opposizione all’archiviazione, promossa dal team dei legali che segue i familiari, in merito ai reati i falso nelle autodichiarazioni e in merito al mancato adeguamento del piano pandemico nazionale, dopo gli atti depositati dagli avvocati, accolti dal gip. Risultano indagati per il mancato adeguamento del piano pandemico Giuseppe Ruocco, Raniero (detto Ranieri) Guerra, Maria Grazia Pompa e Francesco Maraglino. Per il falso nelle autovalutazioni inviate all’Oms e alla Commissione Europea, invece, risultano indagati Raniero Guerra, Claudio D’Amario, Francesco Maraglino, Loredana Vellucci e Mauro Dionisio.

Secondo quanto dichiarato dall'associazione dei familiari, parrebbe ancora pendente il procedimento inviato a Milano dal Tribunale dei Ministri con sentenza n.2/2023, per la mancata attuazione e mandato adeguamento del piano pandemico regionale. La prossima udienza civile, al Tribunale di Roma, è fissata per il 5 giugno prossimo.

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