Inchiesta Covid, davanti al Gip di Roma prima udienza contro l'opposizione all'archiviazione
A quattro anni dallo scoppio della pandemia, è la prima volta che il caso arriva davanti a un giudice. Le parole dei legali dei familiari delle vittime
Oggi, giovedì 20 giugno, al Tribunale penale di Roma si è svolta l'udienza nella quale si è discussa l'opposizione all'archiviazione dello "stralcio romano" dell’inchiesta sulla gestione dell'emergenza Covid portata avanti dalla Procura di Bergamo e trasferita a Roma per competenza. A quattro anni dallo scoppio della pandemia, è la prima volta che il caso arriva davanti a un giudice, nella fattispecie il Gip. Tra gli indagati, vertici del Ministero della Salute, del Cts e della Protezione Civile.
I legali dei familiari delle vittime (che rappresentano una cinquantina di persone, molte bergamasche) hanno argomentato le memorie depositate e riguardanti i procedimenti di falso nelle autovalutazioni e il mancato adeguamento del piano pandemico, oltre alla mancata attuazione dello stesso. Gli avvocati sono Consuelo Locati, Elisabetta Gentili, Giovanni Benedetto, Luca Berni, Piero Pasini e Alessandro Pedone.
«Per la prima volta abbiamo avuto la possibilità di chiarire gli elementi fondamentali e di illustrare le prove documentali a sostegno delle nostre tesi - ha spiegato Locati, portavoce dei legali -. L’inefficienza e la mancata adozione all’inizio del 2020 di leggi già in vigore hanno portato alla morte delle persone per questo abbiamo chiesto l’imputazione coatta per tutti gli indagati».
Nello specifico sono indagati per il mancato adeguamento del piano pandemico: Giuseppe Ruocco, Ranieri Guerra, Maria Grazia Pompa e Francesco Maraglino. Per il falso nelle autovolatuzioni inviate all’Oms e alla Commissione Europea, Ranieri Guerra, Claudio D’Amario, Francesco Maraglino, Loredana Vellucci e Mauro Dionisio. Per la mancata attuazione del piano pandemico nazionale, infine, Silvio Brusaferro, Claudio D’Amario e Angelo Borrelli.
La Gip ha sentito anche tre degli avvocati difensori. Gli altri, tutti presenti in aula, saranno sentiti invece il 5 luglio. Presenti a Roma anche alcuni dei familiari delle vittime dell’associazione #Sereniesempreuniti.