avanti i cantieri

Inchiesta sul Gruppo Vitali, «creditori soddisfatti» e il perché del sequestro preventivo

La difesa sottolinea che non è stato arrecato nessun danno, ma secondo la pm ai fratelli va impedito di reiterare il comportamento

Inchiesta sul Gruppo Vitali, «creditori soddisfatti» e il perché del sequestro preventivo
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Dopo il terremoto che ha investito Bergamo e provincia e scatenato dall'onda d'urto della notizia che i fratelli Cristian e Massimo Vitali sono stati accusati di bancarotta fraudolenta e del sequestro preventivo "impeditivo" scattato nei confronti delle società Vitali Spa ed Expland per un totale di cinquanta milioni, la difesa dei due imprenditori spiega meglio quello che inizialmente aveva definito un «equivoco processuale».

Gestione regolare?

L'avvocato difensore Filippo Dinacci, esperto di diritto penale d'impresa, sottolinea infatti che «sono stati soddisfatti tutti i creditori e quindi nessun danno è stato arrecato. Circostanza, questa, verificabile documentalmente». È un punto centrale se si considera che il reato di bancarotta fraudolenta si basa proprio sul presupposto di sottrarre beni ai creditori.

La Expand Srl si è invece accollata i debiti della Vita Srl e, in modo conforme all'iter richiesto e alle norma previste, la procedura di liquidazione giudiziale.

Il ritardo

Apparentemente, quindi, non ci sarebbero irregolarità, ma la materia non è facile e il Corriere Bergamo fa notare che, per esempio, il credito da 6,2 milioni di euro della società Amco sarebbe stato sistemato attraverso la Expand Srl solo dopo che i Vitali erano venuti a conoscenza dell'indagine del Nucleo di polizia economico finanziaria, a inizio 2024. Poco prima infatti, nel maggio 2023, Amco aveva fatto ricorso.

Sembra inoltre che questa operazione sia stata più volte sollecitata dai manager stessi del gruppo, che avrebbero esercitato pressioni sui fratelli.

«Elevata spregiudicatezza»

Inoltre, è diverso il ragionamento della gip Lucia Graziosi, che ha decretato il sequestro impeditivo. Secondo la giudice, la chiusura della procedura di liquidazione non attenua il rischio che i fratelli Massimo e Cristian Vitali possano comportarsi così di nuovo «alla luce della elevata spregiudicatezza». Sostanzialmente, non ritiene troppo rilevante che i creditori siano stati soddisfatti, ma piuttosto le modalità in cui si è svolto il tutto.

Ai due va quindi impedito di usare le società «indebitamente, al fine del compimento di ulteriori condotte di rilievo penale», come si legge nel decreto di sequestro. Da qui la decisione di intervenire sulla Expand e sulla Vitali Spa, la prima perché è la società beneficiaria della scissione del 1° marzo 2022 in danno di Vita Srl (da cui vengono fatti confluire oltre 31 milioni di euro), e la seconda perché beneficiaria diretta delle operazioni di accollo del 2015.

Le quote sequestrate saranno gestite dal commercialista Alberto Volpi, nominato amministratore giudiziario per la gestione delle quote sequestrate. D'ora in poi ogni decisione sulle due aziende non potrà essere presa senza l’accordo dell'amministratore.

Avanti le opere

Intanto, su più fronti arrivano le conferme che le opere pubbliche andranno avanti e con queste anche i contratti di lavoro in essere. Quello dei Vitali in Bergamasca soprattutto, ma anche in Lombardia è infatti un impero. Gran parte delle principali opere in corso a Bergamo e provincia fanno in capo a loro: Porta Sud (la stazione ferroviaria), l'ex Centro servizi di Azzano, la e-Brt da Bergamo a Dalmine e la Bergamo-Treviglio per citarne alcune.