Infanticidio di Pedrengo: i giudici chiedono la perizia sul cuore del piccolo Mattia
Nuovo sviluppo nel processo contro Monia Bortolotti, la 28enne accusata di aver soffocato entrambi i suoi due figli neonati

La Corte d'Assise di Bergamo vuole fare piena luce sulla morte del piccolo Mattia, il secondo figlio di Monia Bortolotti, la 28enne accusata di duplice infanticidio. Durante la seconda udienza del processo, i giudici hanno disposto una nuova perizia medico-legale per chiarire le dinamiche del decesso del bimbo di soli due mesi, avvenuto il 25 ottobre 2022 nella casa di Pedrengo.
I minuti cruciali prima della chiamata al 118
La Corte, presieduta dal giudice Patrizia Ingrascì con Andrea Guadagnino a latere, ha deciso di nominare Paolo Silvani, anestesista rianimatore pediatrico dell'ospedale San Raffaele di Milano, per analizzare i dati registrati dal dispositivo sottocutaneo - "loop recorder" - che monitorava l'attività cardiaca del piccolo.
Come riporta il Corriere Bergamo, i giudici vogliono comprendere cosa sia successo nei minuti cruciali: ben 27 quelli che precedettero la morte del bimbo, avvenuta alle 8:57, e altri 20 tra il decesso e la chiamata ai soccorsi, effettuata dalla madre alle 9:17. In particolare, il perito dovrà spiegare gli "eventi pausa" registrati tra le 8:57 e le 9:13 e la compatibilità tra la causa della morte indicata dalla dottoressa Chen Yao - compressione del torace con conseguente asfissia - e la lunga bradicardia tra le 8:30 e le 8:57.
L'importanza del dispositivo cardiaco
Il dispositivo era stato impiantato al piccolo Mattia dai medici del Papa Giovanni XXIII al momento delle dimissioni, avvenute il 17 ottobre 2022, dopo un ricovero di oltre un mese a seguito di un episodio di cianosi. Una precauzione presa dai sanitari alla luce del precedente della sorellina Alice, morta il 15 novembre 2021, e inizialmente attribuita a "morte in culla".
Il 15 maggio verrà inoltre sentito come testimone Mirco Nacoti, il medico di Areu intervenuto nell'appartamento il giorno della morte di Mattia. Dovrà riferire sulla telefonata che fece ai colleghi del reparto di Patologia neonatale dell'ospedale, in cui comunicò la tragica notizia e fece alcuni riferimenti all'imputata.
La questione del vizio di mente
La Corte ha anche indicato le date del 26, 27 e 30 giugno per sentire in aula i periti e consulenti psichiatrici dell'incidente probatorio. La questione del vizio di mente rimane centrale nel processo: i periti nominati dalla gip e la consulente della difesa si sono espressi per un vizio totale, mentre i consulenti dell'accusa sostengono la tesi opposta.
Per questo motivo la pm Maria Esposito ha chiesto ulteriori accertamenti, che chiaramente l'avvocato Luca Bosisio, difensore della Bortolotti, non ritiene necessari.
Dalla cella alla struttura psichiatrica
Monia Bortolotti, assente in aula, è attualmente ricoverata nella Rems di Castiglione delle Stiviere, struttura che accoglie detenuti psichiatrici. Sin dai primi interrogatori, la 28enne ha sempre negato di aver ucciso intenzionalmente i suoi due bambini.
Nell'ambito delle indagini era emerso che, un mese prima della morte di Alice, la donna aveva portato la neonata al pronto soccorso per un "pianto inconsolabile", elemento che per gli inquirenti potrebbe essere correlato al movente. Intanto nessuno dei familiari, compreso l'ex compagno Cristian Zorzi, padre dei due bambini, si è costituito parte civile nel processo contro la donna.