i dati inail di agosto

Infortuni sul lavoro a Bergamo: Covid a parte, aumentano le denunce e i casi mortali

Rispetto al 2020 gli eventi mortali sono passati da 1 a 7 in dodici mesi. Le denunce di infortunio sono salite di 1.613 eventi registrati

Infortuni sul lavoro a Bergamo: Covid a parte, aumentano le denunce e i casi mortali
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Ad agosto, in provincia di Bergamo, sono stati denunciati all’Inail 7.296 infortuni sul lavoro, contro i 7.727 dello stesso mese dell’anno scorso. Le denunce riguardanti casi in cui i lavoratori sono morti, nel complesso, sono state 13, contro le 38 del 2020. Ma se si analizzano questi dati senza tener conto dell’impatto avuto dal Covid, allora emerge come nella Bergamasca gli incidenti sul lavoro, anche mortali, siano aumentati.

Ad agosto si sono registra 6.888 incidenti non correlati al Covid, 1.613 in più rispetto a quelli avvenuti nel 2020. Sono invece 7 le persone decedute sul posto di lavoro per cause indipendenti dal virus, l’anno scorso c’era stata una vittima non-Covid.

«La situazione che stiamo affrontando non può che essere considerata come una vera “strage nazionale” – commenta Danilo Mazzola, segretario Cisl di Bergamo – anche alla luce di quanto accaduto nei giorni scorsi, con 14 nuove vittime sul lavoro».

Anche le malattie professionali sono cresciute, passando nell’arco di dodici mesi da 437 a 506. «Attendiamo provvedimenti - continua Mazzola - che mettano in campo, se necessario anche con un decreto legge, le misure condivise con Cgil e Uil nell’incontro avuto lunedì scorso (27 settembre)».

Nello specifico per i sindacati sono necessari più controlli, una migliore formazione dei lavoratori, nuovi ispettori e medici del lavoro, un migliore coordinamento tra chi deve garantire e vigilare sulla sicurezza (Ats, Inl, Inail e Inps) e sanzioni più severe, prevedendo nei casi di inadempienze gravi anche la sospensione dell’attività.

«Da tempo chiediamo l’introduzione della cosiddetta “patente a punti” – conclude il segretario della Cisl di Bergamo - da collegare all’applicazione reale dei contratti e ai criteri di accesso alle provvidenze pubbliche, oltre che alle gare d’appalto. Va messa in atto una campagna di sensibilizzazione attraverso i media, che riporti il tema della sicurezza a condizione primaria per poter garantire un lavoro dignitoso».

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