Successo storico

Intesa ha stravinto: raggiunta quota 90,2% delle adesioni e fusione con Ubi in discesa

Con un balzo in avanti di ben quindici punti percentuali in appena 24 ore, adesso Ca' de Sass ha l'obbligo di acquisto delle azioni rimanenti, rendendo inutile il passaggio dall'assemblea straordinaria. Le dichiarazioni del numero uno Carlo Messina

Intesa ha stravinto: raggiunta quota 90,2% delle adesioni e fusione con Ubi in discesa
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di Andrea Rossetti

Non ha vinto, ha stravinto. Intesa Sanpaolo, alla chiusura della Borsa di oggi, giovedì 30 luglio, ha raggiunto l'incredibile quota di adesione alla propria Opas (Offerta pubblico di acquisto e scambio) per acquisire Ubi del 90,2 per cento. Un balzo in avanti di ben quindici punti percentuali rispetto al giorno prima che pochi si aspettavano e che rende, in ottica fusione, le cose un po' più semplici.

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La legge, infatti, prevede che con il superamento della quota del novanta per cento delle adesioni ora per Intesa scatti l’obbligo di acquisto delle azioni Ubi rimaste in mano agli azionisti che ne facciano richiesta, anche in contanti. In altre parole, non è più necessaria alcuna assemblea straordinaria per procedere al delisting di Ubi e alla successiva fusione per incorporazione dell'istituto, fusione che sarà attuata senza far sorgere il diritto di recesso e sulla base di un rapporto di cambio che non incorporerà alcun premio per gli azionisti di minoranza. Insomma, tutto avverrà più fluidamente, sebbene Intesa debba ancora occuparsi del passaggio di 532 filiali di Ubi a Bper (passaggio fondamentale dell'operazione) e della riallocazione del personale di Ubi, tenendo conto dei possibili "cloni" che si verranno a creare in alcuni ruoli.

Il numero uno di Intesa, Carlo Messina

Di seguito, ecco il commento del numero uno di Intesa, Carlo Messina, arrivato pochi minuti dopo la diffusione dei risultati dell'Opas:

«Oggi portiamo a termine un’operazione che ci vede tutti vincitori: grazie alla decisione – di cui siamo orgogliosi – del 90,2 per cento degli azionisti di Ubi Banca di entrare a far parte di Intesa Sanpaolo, daremo vita a una nuova realtà in grado di rafforzare il sistema finanziario italiano e di ricoprire un ruolo di leader nello scenario bancario europeo.

L’operato delle Autorità competenti, nei confronti delle quali esprimo vivo apprezzamento, ha consentito di concludere l’operazione nei tempi previsti. Altrettanto decisiva è stata la professionalità del team di Intesa Sanpaolo, impegnata in questo complesso progetto e dei consulenti che ci hanno assistito. Sarà il CdA di intesa Sanpaolo a deliberare sull’avveramento delle condizioni sospensive.

La creazione di una nuova realtà, leader nella crescita sostenibile e inclusiva - forte del radicamento nei territori di appartenenza - genererà benefici per chiunque ne sarà parte:

  • gli azionisti, ora ancora più numerosi, pilastro alla base del posizionamento della nostra banca ai vertici europei del settore;
  • le famiglie, che con i loro risparmi rappresentano la base delle prospettive di crescita della banca;
  • le imprese, di cui sosterremo i progetti di rilancio e espansione, in particolare nei mercati internazionali.

Le persone costituiscono il principale punto di forza del gruppo: nei prossimi mesi la valorizzazione dei nuovi colleghi provenienti da UBI sarà per me un aspetto prioritario. Contiamo su di loro per dar vita ad un gruppo, capace di affrontare le nuove sfide in Europa.

Ubi è una banca ben amministrata in termini di qualità del bilancio e impegno nei confronti dell’economia reale e della sostenibilità, grazie al lavoro svolto dal CdA, dal Consigliere Delegato e dal management. Aver avviato, primi a livello europeo, una nuova fase di rafforzamento del settore bancario, è la dimostrazione di come il nostro Paese possa giocare da protagonista in campo internazionale.

La nuova realtà potrà contare sulle elevate qualità professionali delle oltre 100.000 persone che ne faranno parte e avrà un ammontare di impieghi per oltre 450 miliardi di euro; il risparmio che gli italiani ci affidano supererà il valore di 1,1 trilioni di euro, i ricavi saranno pari a 21 miliardi di euro: si tratta di cifre espressione delle capacità dei nostri imprenditori e della solidità del patrimonio delle nostre famiglie, gli elementi alla base della forza dell’economia italiana.

Intesa Sanpaolo è profondamente radicata nelle aree in cui opera: è un tratto qualificante del nostro Dna. In questi mesi abbiamo presentato importanti iniziative a favore delle comunità di riferimento di Ubi: sentiamo in maniera forte questo impegno, su di esso costruiremo questa nuova realtà.

Sentiamo questo impegno in maniera ancora più profonda nella fase che segue alla pandemia: siamo convinti che la nostra banca – motore dell’economia reale e sociale – rappresenterà il pilastro della fase di ripresa che il Paese si pone come principale obiettivo.

La nostra solidità rappresenta un fattore chiave nella competitività del sistema Italia sulla scena globale, sostenendo così la ripresa dell’occupazione, specie quella giovanile.

Come Intesa Sanpaolo, riteniamo fondamentale sviluppare il nostro modello di banca per una crescita inclusiva e sostenibile. Le disuguaglianze sociali ed economiche, esacerbate dall'emergenza Covid-19, rendono questo impegno più stringente e l’esperienza maturata da UBI nello sviluppo responsabile porterà nuove competenze e capacità.

Siamo certi che la forza di questo Gruppo, insieme ai valori di riferimento su cui è basato, rappresentano un elemento fondamentale per un nuovo futuro di crescita del Paese».

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