Jony, morto in un cassonetto dei vestiti usati. Sognava una casa tutta sua
Il 23enne rumeno viveva in un cascinale con un connazionale. Lavorava saltuariamente come muratore
Il cognato Gabriel Barzava ha cambiato la foto del profilo su Facebook, mettendo un fiocco a lutto. La sua pagina si è riempita di messaggi di condoglianze in rumeno. Tra i tanti, c’è qualcuno che chiede: «Ma chi è morto?».
A perdere la vita, nella notte tra domenica 5 e lunedì 6 maggio, è stato il cognato Costantin Antonie, 23 anni, detto Jony. Rumeno che viveva a Fara d’Adda, come lui. È rimasto incastrato nel cassonetto degli abiti usati all’interno della piazzola ecologica di Canonica d’Adda.
Domenica di festa
Domenica avevano festeggiato la Pasqua ortodossa tutti assieme in giardino, come raccontato da Gabriel a L’Eco di Bergamo. Una giornata serena. Poi chissà perché alle due di notte, come filmato dalle telecamere, gli è venuto in mente di andare ad arraffare abiti usati in quel cassonetto giallo, scavalcando tra l’altro la recinzione del centro rifiuti. E morendo in modo così assurdo, imprigionato nel meccanismo di chiusura. «Sognava di avere una casa tutta sua e invece è morto in questo modo così assurdo», dice il cognato.
Viveva con un connazionale
Jony era in Italia da cinque anni e lavorava saltuariamente come muratore con un amico rumeno con cui condivideva un vecchio cascinale al 356 di via Bergamo, a Fara, ma in linea d’aria a 600 metri dalla piazzola ecologica di Canonica. I funerali si svolgeranno a Târgu Jiu, in Romania.
Un errore aprire le frontiere indiscriminatamente, per farli "vivere" in questo modo.
Boh...