Ennesima vittima

Karim, 16enne annegato nell'Adda: una raccolta fondi per riportarlo a casa dalla famiglia

Petizione avviata dall'Arci di Crema, che gestisce la comunità di Spino d'Adda dove era stato accolto al suo arrivo in Italia dall'Egitto

Karim, 16enne annegato nell'Adda: una raccolta fondi per riportarlo a casa dalla famiglia
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Purtroppo a nulla sono valsi i tentativi di salvargli la vita: Karim Hamed Mandi, 16 anni appena, è morto dopo un tuffo nel fiume Adda (nel tratto lodigiano) da cui non era più riemerso. L'incidente è avvenuto lo scorso 14 agosto, mentre la notizia della sua morte è sopraggiunta il giorno successivo, nella mattinata di Ferragosto, dall'ospedale San Raffaele di Milano. Originario dell'Egitto, ora l'associazione Arci di Crema ha lanciato una raccolta fondi per far sì che possa tornare a casa, dalla sua famiglia.

Un tuffo da cui non è più riemerso

Forse cercava un po' di fresco in quelle afose giornate. Così, in compagnia degli amici, si era recato sul fiume Adda, nel suo tratto lodigiano. Un tuffo, da cui non è più riemerso: attorno alle 18, come scrivono i colleghi di PrimaTreviglio, gli altri giovani hanno dato l'allarme.

Immediato l'intervento dei soccorsi, con i vigili del fuoco di Lodi e l'elicottero Drago decollato da Malpensa. Il giovane è stato individuato sul fondale del fiume, in località Bocchi di Comazzo: proprio qui, da anni, c'è il divieto di balneazione.

Estratto privo di sensi,  soccorritori hanno avviato subito le manovre di rianimazione e l'hanno trasferito all'ospedale milanese, in condizioni critiche. L'indomani, purtroppo, la terribile notizia: Karim non ce l'ha fatta. La Procura di Lodi ha aperto un'inchiesta.

Karim «stava provando a vivere una vita normale»

Il giovane, accolto in una comunità di Spino d'Adda (Cremona), era arrivato in Italia da solo, «tramite le rotte migratorie nella speranza di trovare un futuro migliore», ha scritto l'Arci Porto Sicuro di Crema in una nota. «È uno di quei ragazzi che il sistema chiama "minore straniero non accompagnato", ma che per noi era solo Karim».

«Inserito in una delle comunità da noi gestite - prosegue -, lo abbiamo visto crescere in questi mesi nel sorriso e anche nei pensieri, frequentava il corso di italiano al nostro centro diurno, partecipava alle attività proposte. Karim stava provando a vivere una normale vita di ragazzo adolescente in Italia».

La cooperativa, su proposta dei compagni di comunità di Karim, ha avviato una raccolta fondi destinata alla famiglia del giovane, con l'obiettivo di riportarlo a casa. È possibile donare tramite l'Iban IT77R0844157360000000057030, con causale "Donazione per M. K. A. M. H".

«Vogliamo ringraziare enormemente tutti e tutte per la vicinanza ed esprimere un sincero ringraziamento alle forze dell’ordine, ai sanitari e ai vigili del fuoco che hanno tentato il salvataggio del ragazzo - conclude l'Arci -. La nostra cooperativa ha preso contatti con la sua famiglia e soddisfacendo il loro desiderio sta lavorando per riportare il corpo nel Paese di origine non prima di una celebrazione ed un ultimo saluto da parte dei suoi tantissimi amici (che verrà comunicato a breve)».