Cronaca
In due video le terribili immagini

La battaglia finale di Aleppo

La battaglia finale di Aleppo
Cronaca Aggiornamento:

Ad Aleppo infuriano i combattimenti. È cominciata la grande battaglia, quella in cui il presidente Assad - che nel frattempo è volato a Mosca ad incontrare Putin - si gioca il tutto per tutto, cercando di riconquistare il terreno perso. L’esito della battaglia potrebbe giocare un ruolo determinante per le sorti della guerra civile siriana. Ormai in Siria Assad detiene il potere su una porzione di territorio pari più o meno al 20 percento del Paese, il resto è in mano alle varie fazioni dei ribelli e allo Stato Islamico. Riconquistare Aleppo, che prima della guerra civile era la città più popolosa del Paese, per Assad significa tornare a controllare la capitale economica siriana. Quella che l’esercito siriano sta combattendo con l’aiuto degli alleati sciiti giunti a migliaia dall’Iran nelle ultime settimane, e degli Hezbollah libanesi, sostenuti dell’aviazione militare russa, è una battaglia annunciata. Già la scorsa settimana, infatti due alti responsabili delle forze armate governative avevano dichiarato che la decisione di marciare verso Aleppo era stata presa e che era in corso una grande mobilitazione.

Aleppo oggi è divisa in due. La zona ovest per il 40 percento è controllata ancora da Assad e dai suoi fedelissimi, mentre la zona est, che da tempo è in mano ai ribelli mode­rati, viene spar­tita tra gruppi mode­rati e isla­mi­sti, a par­tire da al-Nusra. Le zone rurali sono sotto il controllo dell’Isis. Ovunque in città c’è distruzione. A combattere sul terreno, nella zona nord ovest ci sono i carri armati russi contro gli anticarro Tow americani, una sorta di confronto indiretto tra le due superpotenze su territorio neutro. I cieli di Siria, invece, sono solcati da aerei russi, cinesi, americani e dai Tornado jet inglesi armati di antimissili, che vogliono mettere in atto una gigantesca offensiva per liberare quel che resta di Aleppo dalle forze ribelli anti Assad. Si stima che complessivamente siano impegnate 15mila unità, delle quali 2.500 di Hezbollah e 1500 dell’Iran. Le truppe di terra sono supportate da un dispositivo aereo predisposto dai russi, che impegna quotidianamente per questa offensiva il 70 percento della capacità aerea presente in Siria, inclusi aerei SU-34 e droni per ricognizione continua.

 

 

I civili in fuga. In mezzo ci sono i civili, almeno 70 mila con moltissimi anziani, donne e bambini, che sono in fuga in direzione Turchia e che vanno a nutrire il grande popolo dei profughi creato da 4 anni e mezzo di guerra e che è composto da 11 milioni di persone, di cui 4 milioni sono fuggiti all’estero e 7 milioni sono sfol­lati interni. Prima della guerra civile Aleppo era la seconda città della Siria, con oltre 2 milioni di abitanti. Oggi sono si e no un quarto. Secondo la testimonianza affidata alla BBC del presidente dell'Associazione delle Organizzazioni di soccorso siriane, Zaidoun al-Zoabi, molti villaggi a sud di Aleppo sono deserti da giorni, inoltre «La gente chiede cibo, anche solo panini, non c'è alcuna assistenza medica. I bombardamenti sono così intensi. Il cielo è pieno di caccia, elicotteri e la gente è terrorizzata. Sono spaventati a morte».

La testimonianza di padre Ibrahim. Il parroco di Aleppo, padre Ibrahim Alsabagh, che già più volte ha denunciato le condizioni di vita di Aleppo, raggiunto da Radio Vaticana ha dichiarato: «La vita è difficile, per non dire assurda. È vero che l’ultimo intervento con i bombardamenti dei russi ha migliorato la situazione, nel senso che arriva più acqua, più elettricità e non ci sono i bombardamenti dei jihadisti sulle abitazioni, però si continua a vedere sofferenza ovunque. La gente vive sotto la soglia della povertà, non ce la fa più e lentamente fugge dal Paese in una emorragia continua. Da oltre quattro mesi la città è totalmente al buio». Un esodo, quello dei civili siriani che pare inarrestabile, anche e soprattutto tra i giovani: «Questa è la nostra piaga», continua p. Ibrahim, «ormai, a causa della paura del servizio militare, quasi tutti i nostri giovani maschi sono fuggiti o stanno per fuggire. Il problema è questo squilibrio umano che si è creato nella società».

 

 

I video. A dare un’idea di come è ridotta Aleppo oggi, ci ha pensato il cortometraggio realizzato dalla videomaker indipendente Souzan Basmaji. Un video che racconta gli ultimi quattro anni della città, che da capitale della cultura islamica si è trasformata in un cumulo di macerie. Realizzato la scorsa estate, Welcome to Aleppo, è un viaggio tra le strade, le piazze e quel che resta del meraviglioso suq della città, uno dei più belli di tutto il Medio Oriente. Mentre un altro video, girato dalla Tv Channel 4, mostra quello che sta succedendo in questi giorni di guerra. Immagini agghiaccianti che mettono in luce come stia diventando ogni giorno più difficile riuscire a resistere e a vivere in una città che ha i contorni di un’Apocalisse.

Assad vola a Mosca. Sugli sviluppi della guerra in Siria si è intanto svolto a sorpresa martedì sera al Cremlino un vertice fra Bashar Assad e Vladimir Putin. È la prima volta che Assad esce dal suo Paese dall'inizio della guerra civile nel 2011, in violazione alle sanzioni imposte da Stati Uniti ed Europa al regime di Damasco. Una vera e propria sfida di Mosca all'Occidente. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto che «i due leader hanno discusso la lotta contro i gruppi terroristici, la continuazione dei raid russi e i piani militari siriani». Putin si è rivolto ad Assad chiamandolo «amico». Da un lato, la visita a Mosca ha riassegnato un ruolo politico internazionale al presidente siriano, necessario in vista delle trattative sul futuro del Paese. La prospettiva è infatti quella di un tempo di sei mesi assegnati ad Assad per definire una transizione al potere. Dall'altro lato c'è l'agenda militare con la necessità di un'ulteriore escalation: i raid russi contro i ribelli non sembrano infatti sufficienti a piegare la resistenza dei ribelli.

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