La Bella Principessa di Leonardo? Un noto falsario confessa: «È mia»

La notizia è clamorosa, tutti i siti mondiali ne parlano, solo l’informazione italiana sembra per ora un po’ latitante. Il disegno di Leonardo da Vinci con il ritratto della Bella Principessa, proposta in molte mostre (ultima a Monza) come originale, sarebbe invece un falso. Lo ha confessato uno dei più celebri falsari del mondo Shaun Greenhalgh, inglese, nato nel 1961.
L’opera è di proprietà di un collezionista canadese di cui non è nota l’identità ed è stata riferita al genio italiano da Martin Kemp ed è stata difesa a spada tratta in Italia da Vittorio Sgarbi, che ha supportato il tour dell’opera con la sua nota veemenza... In realtà molti dubbi ci sono sempre stati su questo dipinto a gesso, inchiostro e matita su pergamena: la prima pubblicazione risale al 1998 quando passò a un'asta di Christie's a New York con l'attribuzione a un artista del XIX secolo, con una stima tra i 12mila e i 16mila dollari.
Ceduto dalla vedova dell'antiquario fiorentino Giannino Marchig, in quell'occasione venne acquistata dal collezionista canadese Peter Silverman per un prezzo finale di 21.850 dollari. All’attribuzione a Leonardo si è arrivati per prove “scientifiche”: la pergamena alla prova del C14 è risultata d’epoca, e addirittura si sarebbe trovate le impronte digitali del maestro sul foglio, in quanto come consuetudine le sfumature venivano fatte strisciando le dita sulla carta. Peccato però Leonardo non usò mai la pergamena per nessuno dei sui 4.000 disegni sopravvissuti, e che vecchie pergamene fossero facilmente acquistabili dai falsari. Inoltre un tribunale aveva ritenuto non convincenti le prove portate sulle impronte digitali realizzate da un esperto, Peter Paul Biro.
Nonostante i dubbi l’opera ha continuato a girare indisturbata, con il nome di Leonardo, senza neanche il dubitativo dell’“attribuito a...”, con valutazioni stratosferiche sui 150milioni di euro. Sinché domenica 29 novembre sul Sunday Times è apparsa la clamorosa anteprima del libro di Shaun Greenhalgh, in cui racconta con dovizia di dettagli la vicenda. «L’ho realizzato nel 1978 quando lavoravo in un supermercato Co-op, a Bolton nel nord Inghilterra». E poi dice anche chi fu la modella per quel profilo neorinascimentale: era una ragazza che si chiamava Sally e che lavorava alle casse: «Nonostante la sua condizione umile aveva un aspetto altezzoso e consapevole della propria bellezza», ha scritto Greenhalgh. Tra l’altro il falsario nel corso di un altro processo aveva mostrato di saper scrivere come Leonardo da destra a sinistra con molta facilità. Nel libro confessione spiega anche come si procurava i materiali e i pigmenti databili ad età antica, come ad esempio. il pigmento di gesso. Ed è anche facile procurarsi pergamene d’epoca... Tra i falsi più noti di Greenhalgh c’è una scultura con la figura di un fauno che è stata creduta originale di Gauguin. Ma la sua abilità l’aveva portato anche a realizzare dei bassorilievi che sono stato creduto originali assiri…
E ora? Difficile pensare che Sgarbi incassi senza colpo ferire una smentita come questa. Cosa possa inventarsi non si sa. Certo però non basterà alzar la voce e alzare polveroni nei talk show. Oggi la pergamena vale mille volte meno…