La Cardiologia dell'ospedale Papa Giovanni XXIII è tra le 200 migliori al mondo
Il dipartimento figura anche tra i migliori dodici a livello nazionale. A stabilirlo è la classifica World's Best Specialized Hospitals 2021, curata dalla rivista Newsweek in collaborazione con Statista. L’indagine è stata condotta tra maggio e luglio su un campione di oltre 40 mila medici
Tra i 200 migliori dipartimenti di Cardiologia al mondo c’è quello dell’ospedale Papa Giovanni XXIII. A stabilirlo è la prima edizione della classifica World's Best Specialized Hospitals 2021, curata dalla prestigiosa rivista statunitense Newsweek in collaborazione con Statista, elaboratore leader di dati sul mercato e sui consumatori. Per l’ospedale di Bergamo si tratta dell’ennesimo riconoscimento di prestigio, arrivato poche settimane dopo aver tagliato il traguardo storico dei mille trapianti di cuore in 35 anni di attività.
«Siamo orgogliosi di questo riconoscimento che arriva da istituti accreditati e da colleghi esperti di rilievo internazionale – sottolinea Michele Senni, direttore della Cardiologia e del dipartimento Cardiovascolare dell’Asst Papa Giovanni XXIII -. La classifica ci inserisce tra le migliori strutture mondiali e tra le prime dodici a livello nazionale, su un totale di circa 900 Cardiologie esistenti. Se si escludono i centri universitari, siamo una delle due sole strutture che figurano nella graduatoria. Tuttavia, questa per noi è solo una tappa di un cammino. Lo proseguiremo consolidando i tre pilasti della nostra storia: qualità dell’attività clinica, ricerca e formazione. La nostra Cardiologia punta da sempre sull’innovazione in campo farmacologico e dei devices, per assicurare le cure migliori e più aggiornate ai nostri pazienti».
L’indagine è stata condotta tra maggio e luglio su un campione composto da oltre 40 mila medici esperti che hanno espresso una valutazione su tutti gli ospedali del mondo. I risultati dell’indagine sono stati poi convalidati da un comitato di esperti. La graduatoria, oltre a presentare i primi 200 ospedali al mondo in Cardiologia, include anche i reparti di Oncologia e la top 100 di quelli specializzati in Endocrinologia, Neurologia, Gastroenterologia e Ortopedia. All’Asst Papa Giovanni XXIII il paziente preso in carico viene valutato congiuntamente dai professionisti operanti in tutto il Dipartimento: cardiologo, cardiologo interventista, cardiochirurgo, elettrofisiologo, chirurgo vascolare e anestesista. Il modello organizzativo che caratterizza il lavoro dei professionisti bergamaschi è ispirato sull’esempio dell’heart team, che stabilisce per ciascun paziente il più idoneo trattamento terapeutico, chirurgico o interventistico, in misura altamente personalizzata.
«Quando per un paziente l’intervento è inevitabile, noi cardiochirurghi affrontiamo insieme agli altri colleghi tutto il percorso preparatorio, il decorso post-operatorio e il follow-up – aggiunge Maurizio Merlo, direttore della Cardiochirurgia -. Questo modello di presa in carico globale ha effetti diretti sull’appropriatezza e sulla qualità della diagnosi e della cura dei pazienti che trattiamo. Il lavoro di squadra ha importanti ricadute anche su di noi professionisti, con l’aumento delle sinergie e una continua stimolazione della motivazione e della crescita professionale. Siamo orgogliosi di far parte di questo Dipartimento e di farlo crescere sulle orme del suo fondatore e maestro Lucio Parenzan».
Soddisfazione per il posizionamento nel ranking mondiale arriva anche da Giulio Guagliumi, direttore della Cardiologia 2 - Diagnostica interventistica, che ha contribuito allo studio e all’innovazione dei trattamenti dell’infarto, degli stent a rilascio di farmaci, dell’immagine coronarica, naturale evoluzione del Laboratorio di emodinamica dell’Ospedale Maggiore di Bergamo. “E’ un risultato raggiunto grazie a una lunga tradizione clinica di ricerca e di cure avanzate in un continuo miglioramento – commenta -. Oggi siamo tra i pochissimi centri in Italia che si occupano di diagnosi invasiva e del trattamento percutaneo di tutte le cardiopatie, da quelle congenite ad esordio in età neonatale a quelle dell’adulto, come cardiopatia ischemica complessa, cardiopatie strutturali delle valvole cardiache, supporti ventricolari nel trattamento dello shock cardiogeno, aritmie e scompenso cardiaco».
«Questo riconoscimento arriva proprio mentre stiamo celebrando il millesimo trapianto di cuore, recente tappa di una storia che ha fatto conoscere in tutto il mondo l’ospedale di Bergamo e la sua attività in campo cardiovascolare – conclude il direttore generale dell’Asst Maria Beatrice Stasi -. Oggi proseguiamo quel cammino con la stessa convinzione di allora, per garantire ai nostri pazienti le migliori cure oggi e in futuro».