Omicidio di Mykola Ivasiuk a Casazza, in carcere anche il 39enne calabrese che sferrò il pugno
Il provvedimento di custodia cautelare arriva dopo la battaglia durata mesi tra la Procura e l'avvocato difensore. Da 5 mesi dietro le sbarre il marocchino che colpì la vittima con un bicchiere

In foto, il Rosy bar e la vittima
In carcere adesso ci è finito anche il 39enne calabrese che, il 19 agosto 2024 fuori dal Rosy bar di Casazza, colpì al volto Mykola Ivasiuk, il 38enne ucraino morto in seguito a una rissa.
La rissa fuori dal bar
In seguito al pugno sferrato dall'italiano, che all'inizio aveva invece parlato di uno schiaffo, un marocchino subito dopo gli ruppe dietro la testa un bicchiere, azione che secondo l'autopsia gli avrebbe provocato un'emorragia interna che avrebbe portato al suo decesso. Il maghrebino 33enne si trova già in carcere da qualche mese, dopo che la polizia spagnola lo aveva arrestato nel paese iberico, dove si era diretto nella sua fuga, e poi consegnato alle autorità italiane.
La battaglia sul ricorso
Per il calabrese, invece, l'iter è stato più complicato, in quanto all'inizio la richiesta della detenzione in via Gleno da parte della Procura non era stata convalidata dal gip. Il soggetto era quindi tornato in libertà, ma la pm aveva presentato ricorso e aveva vinto. A quel punto, però, l'avvocato dell'uomo aveva presentato ricorso contro la decisione del Tribunale del Riesame.
Nei giorni scorsi, infine, come riportato oggi (giovedì 23 gennaio) dal Corriere Bergamo, è giunta la sentenza della Cassazione, che ha rigettato il ricorso del legale. Per il suo assistito, accusato di omicidio preterintenzionale, si sono quindi aperte le porte della casa circondariale.