la denuncia della Cgil

«Al centro Amazon di Casirate niente riduzione del lavoro e nessuna protezione»

«Sappiamo di turni di notte e di domenica. E i dipendenti non hanno ricevuto le mascherine»

«Al centro Amazon di Casirate niente riduzione del lavoro e nessuna protezione»
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Nessuna dotazione di mascherine e nessun calo dei ritmi di lavoro, malgrado l’azienda con una comunicazione del 19 marzo avesse annunciato «la sospensione e l’adeguamento delle attività che non consentono distanza interpersonale di sicurezza».

È la denuncia lanciata oggi (lunedì 30 marzo) da Filt-Cgil e Nidil-Cgil di Bergamo che nelle ultime ore hanno raccolto diverse segnalazioni di lavoratori impegnati «anche in turni che finiscono alle 2 di notte» all’interno del centro di smistamento Amazon di Casirate d’Adda.

«Ci è stato riferito da alcuni dipendenti che un quarto dei circa 200 lavoratori sia in malattia e che 5 persone, fino a poco tempo fa presenti al lavoro, sarebbero risultate positive al tampone – sottolinea Pierluigi Costelli della Filt-Cgil -. Alcune misure di contenimento del contagio sono state prese, non lo neghiamo, ma il problema è che non c’è stato alcun calo di lavoro, anzi sappiamo di turni di notte e di domenica. Se per le attività di magazzinaggio, secondo il codice Ateco 52, il lavoro deve continuare, è tuttavia un’illusione pensare che mantenendo i ritmi e gli standard di tempistica precedenti, oggi, si possa lavorare in sicurezza. Soprattutto perché non sono state distribuite mascherine agli addetti al magazzino. Le persone hanno paura, per questo chiediamo di nuovo ad Amazon uno sforzo di responsabilità: si proceda alla diminuzione dei carichi di lavoro nelle prossime settimane. La Filt-Cgil della Lombardia ha scritto ai prefetti delle province in cui Amazon è presente: purtroppo non abbiamo avuto alcuna risposta, nemmeno qui a Bergamo».

«Sul fronte dei lavoratori in somministrazione (a lavoro temporaneo ndr) la situazione è anche più delicata, si ha paura di chiedere dispositivi di protezione dal momento che si è assunti con contratti brevissimi, alcuni in scadenza proprio a fine marzo, cioè in queste ore – prosegue Paola Redondi, segretario generale di Nidil-Cgil provinciale, sindacato che tutela i lavoratori atipici -. Avevamo inviato ad Amazon una lettera con alcune segnalazioni lo scorso 18 marzo e qualche miglioramento nell’organizzazione del lavoro si è verificato. Avevamo indicato alcune criticità, come le poche informazioni fornite ai lavoratori, ma anche la gestione delle persone in arrivo dall’esterno, fornitori e autisti. Poco chiare erano le procedure per gestirne gli ingressi in sicurezza. Oggettivamente, poi, ci sono mansioni come lo scarico della merce dai tir che sono rischiose se non si viene dotati di mascherine. Altra questione che avevamo segnalato era la modalità di cambio frequente di postazione dei lavoratori: destinare a postazioni diverse lo stesso lavoratore nell’arco di una stessa giornata aumenta i contatti con i colleghi e con dispositivi di lavoro diversi. Qualcosa è stato fatto, ma l’azienda non è entrata nel merito di ciò che avevamo proposto».

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