La Cina sbarca anche al Politecnico e continua l'avanzata in Lombardia
Se l’affaire per comperare il Milan sembra impantanato tra mille misteri, i cinesi in Lombardia in realtà stanno facendo molto sul serio e molto velocemente: il 45 per cento dei loro investimenti in Italia sono concentrati sulla Regione e intanto aprono nuovi scenari. L’ultimo e certamente il più strategico è quello delle università: nelle settimane scorse è stato siglato l’accordo per la realizzazione del Campus congiunto italo-cinese di Politecnico di Milano e Tsinghua University di Pechino, la più importante università della Cina. La firma è avvenuta tra il Rettore del Politecnico di Milano Ferruccio Resta e il Presidente della Tsinghua University di Pechino Qiu Yong. Ma l’accordo in precedenza era stato finalizzato dai due presidenti, Sergio Mattarella e Xi Jinping: un particolare che ne fa capire l’importanza.
La Cina al Politecnico. Come riferisce il Politecnico milanese, «il progetto ha l’obiettivo di creare entro il 2017, nel Campus Bovisa del Politecnico di Milano, "una piattaforma per l’attrazione di investimenti cinesi in innovazione che, come noto, si stanno orientando con sempre maggiore evidenza verso l’Italia". Il Sino-Italian Campus prevede la realizzazione, da un lato, di corsi di formazione post graduate ed Executive PhD e l’accesso, dall’altro, ai servizi dei numerosi laboratori che il Politecnico di Milano ha insediato nell’area».
Nell’accordo è prevista la collaborazione tra Polihub, l’incubatore universitario del Politecnico di Milano - tra i primi cinque al mondo e secondo in Europa - e Tus Star, l’incubatore della Tsinghua University, il più grande al mondo. Il Campus sarà quindi «animato non solo dalle due università firmatarie, ma attirerà anche imprese cinesi e il mondo delle start up, candidando il Campus Bovisa del Politecnico di Milano a diventare uno dei più importanti cluster d’innovazione d’Europa», come riferisce un comunicato del Polimi.
Il Campus sarà aperto a universitari laureati, ricercatori e dottorandi. Ora la sfida è fargli spazio: il Politecnico milanese è cresciuto negli ultimi anni, al punto che anche la sede distaccata della Bovisa è ormai congestionata. Il nuovo Campus è approdo di un percorso iniziato dieci anni fa con l’inaugurazione della prima laurea italo-cinese, cioè un titolo di studi riconosciuto nei due paesi: in questo caso l’università partner del Politecnico era la Tongji University di Shanghai.
Le strategie di Pechino in Lombardia. La Lombardia è al centro delle strategie di Pechino: a dicembre ad Agrate Brianza era stato inaugurato un centro all’ingrosso cinese di 50mila metri quadri con 400 negozi, il più grande mercato d’Europa di prodotti orientali. In regione sono 195 le aziende con partecipazioni cinesi (tra le quali anche un colosso come Pirelli, acquisito da ChinaChem nel 2014, la stessa che nel 2011 aveva rilevato l’azienda bergamasca Adama Italia di Grassobbio che si occupa di agrochimica), per oltre 10mila occupati. L’interesse cinese è in particolare legato alla prossima scommessa lanciata da Milano: diventare le sede dell’Agenzia europea del Framaco, che dopo il voto sulla Brexit e l’uscita di Londra dall’Unione europea, deve cercare un’altra sede. E Milano è in gara, con buone chance di spuntarla, con Parigi e Amsterdam. Il mercato farmaceutico è uno dei più interessanti e in maggior crescita nel vecchio continente e i cinesi mostrano ovviamente grande interesse.