Terzultimi a livello europeo

La corruzione è in diminuzione Ma l'Italia rimane al 60° posto

La corruzione è in diminuzione Ma l'Italia rimane al 60° posto
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I dati riportati dal report 2016 di Trasparency Intenationl fanno riflettere. L'organizzazione focalizzata a livello globale sulla lotta alla corruzione, ogni anno pubblica una classifica che confronta i livelli di corruzione di 176 Paesi nel cosiddetto Corruption Perception Index (CPI). La tecnica di classificazione utilizzata dall'associazione è molto semplice: attraverso l'analisi dei dati raccolti viene assegnato un punteggio da zero (molto corrotto) a cento (senza corruzione) ad ogni singolo Paese. L'Italia non ha mai visto da vicino le vette della classifica, ma fanno ben sperare i piccoli miglioramenti che si sono susseguiti negli ultimi anni.

Prima di entrare nel dettaglio dei dati è necessario fare un po' di chiarezza. Il CPI è una graduatoria stillata in base alla percezione di migliaia e migliaia di uomini d'affari ed esperti delle singole nazioni rispetto ai livelli di corruzione nei settori pubblici e nella politica. Si parla precisamente di "percezioni" perché ovviamente non esistono dati reali su attività criminose di questo tipo. Ad avvalorare questa tesi, Trasparency ogni anno migliora la sua attendibilità modificando la metodologia di elaborazione delle informazioni.

 

 [Grafico creato daTrasparency International Italia]

 

La situazione italiana. La situazione del nostro Paese non è ottima, ma sarebbe sbagliato tralasciare l'esistenza di alcuni aspetti positivi. Negli ultimi quattro anni la posizione in classifica non è mai peggiorata, anzi, fatta eccezione per il biennio 2014-2015 in cui è rimasta invariata (69° posizione), il trend è stato sempre positivo. L'andamento è identico anche dal punto di vista del punteggio e, rispetto all'anno precedente, l'Italia ha guadagnato una sola posizione (dalla 61° alla 60°) con un incremento di tre punti (da 44 a 47) che non si registrava dal biennio 2011-2012. Secondo Trasparency questo miglioramento «è indice di uno sguardo più ottimista sul nostro Paese da parte di Istituzioni e investitori esteri». Questo dato, però, non può bastare. Nonostante dall'ultimo posto in Europa del 2015 ci sia stato un leggero miglioramento, la terzultima posizione, davanti solo a Grecia (69°) e Bulgaria (75°) non può essere sicuramente un vanto. A commentare il quadro italiano è stato il presidente dell’Autorità nazionale anti-corruzione Raffaele Cantone che, seppur scettico, dice: «Un segnale dalla doppia faccia. Siamo terzultimi in Europa, l'anno scorso eravamo ultimi e questo vuol dire che c’è una piccola inversione di tendenza. Negli ultimi due anni abbiamo recuperato nove posizioni. [...] Il tasso di corruzione nel nostro Paese resta però oggettivamente elevato». Al di là delle singole annate, in questi casi è interessante analizzare l'andamento su un più ampio spettro temporale. L'italia ha raggiunto il suo picco, come dimostra il grafico, nel 2007 con un 41° posto, per poi scendere l'anno successivo al 55° posto. E l'andamento degli anni seguenti ha continuato a calare. Il particolare biennio coincide politicamente con la caduta del secondo governo Prodi (24 gennaio 2008) e l'insediamento del quarto governo Berlusconi (8 maggio 2008). A invertire la tendenza, come sottolinea Trasparency, fu l'anno della Legge Severino approvata sotto il Governo tecnico Monti.

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E nel mondo? Se l'Italia è inequivocabilmente il fanalino di coda dell'Europa, sono in tanti a non sorridere. Il 69 percento dei Paesi presi in considerazione non supera i 50 punti, mettendo in luce quanto nel mondo della politica e del pubblico sia ancora largamente presente la corruzione. Non solo: a livello globale il tasso di percezione della corruzione è in continuo aumento. Sono infatti molti di più i Paesi che hanno perso punti di quelli che ne hanno guadagnati. E se nuovamente Danimarca e Nuova Zelanda (90 punti) occupano la testa della classifica seguite da Finlandia (89) e Svezia (88), ci sono Paesi in fondo alla classifica che sfiorano appena la decina di punti, come Somalia (10), Sud Sudan (11), Corea del Nord (fresca di impeachment proprio per corruzione con 12 punti) e Siria (13). Questi dati sottolineano gli Stati più evoluti in fatto di trasparenza delle amministrazioni, diritti civili e libertà d'informazione. Sono pesanti le parole del presidente di Trasparency, José Ugaz: «Non possiamo permetterci il lusso di sprecare altro tempo. La lotta alla corruzione va portata avanti con la massima urgenza se davvero vogliamo che la vita delle persone del mondo possa migliorare».

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