Ascom contro il nuovo Dpcm: «In ginocchio montagna, ristorazione e commercio»
Al coro di voci critiche verso il nuovo Dpcm si è aggiunta anche quella di Ascom Confcommercio Bergamo, che non nasconde le perplessità per un documento che mette in croce il settore alberghiero, della ristorazione e del commercio in generale. Le preoccupazioni maggiori riguardano la tenuta delle attività commerciali e degli hotel nelle località montane. «Si colpiscono duramente le imprese familiari che vivono di stagionalità e turismo in zone economicamente fragili e svantaggiate - sottolinea il direttore Oscar Fusini -. Si rischia di distruggere il tessuto commerciale dei piccoli comuni e di mettere definitivamente in ginocchio famiglie e dipendenti. Il contingentamento degli skipass nei giorni di punta avrebbe potuto salvare l'avvio di stagione, con l'ulteriore beffa delle condizioni meteo favorevoli viste le prime nevicate. L'obbligo di consumare la cena di San Silvestro nella propria camera d'hotel poi non incentiva di certo le prenotazioni».
A queste disposizioni si aggiunge la chiusura dei centri commerciali alle 21 e nei giorni prefestivi e festivi. «Anziché estendere le aperture per scongiurare code e assembramenti – aggiunge Fusini - si vanno a concentrare ulteriormente. In questo modo si altera la concorrenza a scapito dei negozi, già provati da continui stop, a favore delle piattaforme elettroniche».
Infine, a un passo dall'ingresso nella zona gialla i pubblici esercizi si vedono sbarrare ulteriormente la possibilità di riprendere a lavorare. «Il nuovo Dpcm mette in croce il settore - conclude il direttore Ascom -. L'impedimento della somministrazione a pranzo, oltre ad aggravare il danno economico già estremamente pesante, danneggia anche tutti i lavoratori che per necessità saranno costretti a consumare il pasto in ufficio, in auto o sul furgone, con il rischio di creare assembramenti sul lavoro, dato il clima gelido di dicembre, invece che starsene seduti in sicurezza ai tavoli».